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Petra specchio a specchio con Petra
«[…] No, pe molto tempo fui convinta che mi volessero bene e basta, fino a quando compresi che il loro non era un amore incondizionato, era un amore “nonostante”.»
Alicia Gimenez-Barlett, ideatrice del fortunato personaggio di Petra Delicado, propone ai suoi lettori un romanzo che si struttura in una autobiografia narrata in prima voce dalla stessa protagonista. Ce lo dice sin dalle prime pagine, Petra; è necessario uno stacco da tutto e tutti, dall’umanità. Ed è proprio per questo che la donna si ritira per una settimana in un austero convento di religiose, un luogo totalmente estraneo ai suoi soliti interessi e in cui è isolata anche da ogni forma di tecnologia. Non è altro che un modo per ritrovare se stessi, per riscoprirsi e fare il punto su tante situazioni.
La grande forza di questo scritto sta proprio nella sua naturalezza: non vi è bisogno di cercare scheletri nell’armadio o di far disconoscere autrice/protagonista, la forza di Petra è il suo essere imperfetta nel tempo che scorre e in un vissuto che sembra non avere titolarità.
La creatura nata dalla finzione narrativa prende autonomia, raggiunge i suoi lettori, cammina con le sue gambe, un po’ come Pinocchio dopo che ha ricevuto la vita e inizia a fare i suoi primi passi nel mondo.
Normalmente Petra è una donna risoluta, solida, salda. Una donna dedita alla professione così come alla vita privata, una donna completa e profonda. È, ancora, una donna estranea al cliché, alle consuetudini e grazie anche alle origini materne è canonicamente priva di tolleranza per il maschilismo ma anche per quel femminismo così fortemente inculcato. Anche quando la madre verrà a morire rivelandole il perché del suo essere stata talvolta troppo ferrea, Petra non perderà il suo aplomb duro e perentorio perché nemmeno con se stessa è possibile venire a compromessi o adottare attenuanti.
«[…] Ognuno è così com’è, e qui non si tratta di stendere un inventario di soprusi materni.»
Petra Delicado è una donna comune, una donna come tante ma anche una donna autonoma e matura, una donna che fa dell’intelligenza e della sensibilità le sue colonne portanti. Rappresenta alla perfezione i suoi tempi, descrive l’epoca in cui è cresciuta, delinea con precisa e minuziosa maestria l’epoca franchista sino alla sua conclusione. Ma il “nuovo mondo” sarà davvero un nuovo mondo o continuerà a portarsi dietro come una zavorra quel che è sempre stato?
Al tutto si aggiungono perfette descrizioni dei personaggi che sono vivibili nella mente del lettore ma anche volti di uomini e donne che credono in principi che differiscono da quelli che sono stati gli insegnamenti. Tante le tematiche trattate con acume e brillantezza.
Un romanzo sinceramente gradevole, che accompagna e che dimostra non solo la grande originalità della scrittrice ma che conferma anche la sua indiscussa dote di narratrice.
«[…] Successe davvero, e adesso, dopo tanto tempo, ripensando all’enormità della cosa ho l’impressione di averlo sognato. Non ne ho mai parlato con nessuno. Come potevano reagire le mie amiche a un simile racconto? Non mi avrebbero creduta, avrebbero riso di me, sarebbero rimaste disgustate. Non valeva la pena di parlarne.»