Dettagli Recensione
Una vita in incognito
Marias è uno dei miei primi amori. Ogni tanto ci ritorno e riscopro il piacere di leggere per pensare, per riflettere.
Le sue storie sono tutte belle, ma io le trovo pretestuose, perchè attraverso di esse, Marias, ci mostra sempre un po' di sé stesso, del suo modo di vedere la vita, la sua opinione sulla natura umana, sull'amore, sul senso della vita. Il caso e il destino giocano sempre un ruolo importante nei suoi romanzi, ed anche qui Thomas Nevinson, si ritrova, per uno scherzo del destino (o per mano dell'uomo?) costretto a vivere una vita che non ha scelto
"La cosa peggiore che si possa immaginare è non poter dire di no, non poter discutere né ragionare né argomentare, dover fare tutto ciò che viene in mente a qualcuno che ricopre un grado gerarchico superiore, anche ciò che si disapprova o di cui si ha ripugnanza, essere costretti a ingoiare il boccone amaro che un altro individuo ci obbliga a ingerire. In maggiore o minor misura questo tocca a quasi tutti noi, qualunque sia il nostro mestiere, dalla culla alla tomba; c’è quasi sempre qualcuno sopra di noi che ci indica quello che dobbiamo fare, e che non possiamo contraddire"
Egli è stato manipolato ed è costretto a vivere nella menzogna e a mentire anche con chi ama
«Di quello che non ci raccontano non sappiamo nulla, di quello che ci raccontano nemmeno, nemmeno di quello. Noi abbiamo la tendenza a credere, a pensare che la gente dica la verità, senza far troppo caso e senza diffidare; la vita non sarebbe vivibile se non facessimo cosí, se mettessimo in dubbio le affermazioni piú insignificanti, perché mai qualcuno dovrebbe mentirci riguardo al suo nome, al suo lavoro, alle sue origini, ai suoi gusti e alle sue abitudini, a quella massa di informazioni che tutti ci scambiamo disinteressatamente, spesso senza che nessuno ci chieda nulla, senza che nessuno mostri il minimo interesse nel sapere chi siamo, che cosa facciamo, come ci va la vita, quasi tutti raccontiamo piú di quanto dovremmo o,peggio, imponiamo agli altri informazioni e storie che a loro non interessano affatto e diamo per scontata una curiosità che non esiste, perché mai qualcuno dovrebbe essere curioso di sapere qualcosa di me, di te, di lui, pochi sentirebbero la nostra mancanza se sparissimo da un giorno all’altro e pochissimi si porrebbero il problema."
Berta Isla è la sua donna, non chiede, non indaga, ma accetta e aspetta, una sorta di Penelope moderna, pervasa da una rassegnazione oltre misura, conscia di questo suo ruolo, assurdo per una donna dei nostri tempi.
"L’accettazione della sua probabile e sempre piú sicura scomparsa non fu immediata. Non lo è mai, neppure quando vediamo morire qualcuno con i nostri occhi e vediamo il suo corpo immobile e silenzioso e lo vegliamo e lo seppelliamo secondo tutte le regole, passo dopo passo, e il dubbio non c’è. Addirittura in quei casi, che sono i piú normali, per un lunghissimo periodo l’assenza è sentita come transitoria, come qualcosa che prima o poi dovrà finire. Si ha la sensazione – ed è duratura, a volte può essere morbosa – che la fine di una persona vicina e amata, che fa parte della nostra vita esattamente come l’aria, sia come una specie di falso allarme o di scherzo o di finzione, una montatura o il frutto delle nostre fantasie piú paurose, e per questo il sonno spesso ci confonde: sogniamo il defunto, lo vediamo muoversi e forse toccarci o penetrarci, lo sentiamo parlare e ridere, e al risveglio ci pare che si sia solo nascosto e debba ricomparire, che non possa essere svanito per sempre, che è la veglia a ingannarci. Crediamo che è solo questione di tempo ma tornerà. "
Nevinson sparisce per mesi e poi per anni senza lasciare traccia di sé, e Berta Isla vive questo tempo infinito, scandito solo dalla routine quotidiana, con la speranza e il timore di affacciarsi alla finestra e di vederlo apparire in lontananza: è lui? O qualcuno che gli somiglia e che non gli somiglia più
"All’inizio il volto che ci sforziamo di ricordare è nitido e onnipresente, ma via via che passa il tempo – forse proprio per quel nostro accanirci, che lo consuma e lo snatura e lo deforma – quel volto comincia a sfumare, e finisce per diventare quasi impossibile per gli occhi della mente rievocarlo e rappresentarselo fedelmente"
Oltre a tutte queste continue riflessioni, sull'accettazione e la rassegnazione per vivere una vita che entrambi non hanno scelto, il romanzo viaggia quasi in parallelo con una serie di continue citazioni letterarie, soprattutto i continui riferimenti a "litlle gidding" da I Four quartets di Eliot, che spesso entrambi i due protagonisti si ritrovano a citare a memoria, compenetrandosi nella poesia. E insieme ad Eliot, ritroviamo Shakespeare e Dickens e Flaubert, in uno sfoggio di letteratura applicata, ma mai pedante.
E’ una spy story di alto livello internazionale, questa di Berta Isla, ma è anche la storia di un matrimonio, una storia di attesa e di assenza, una storia che racconta anche il lato oscuro della politica e dei governi, nello specifico quello inglese.
Una storia che nonostante la sua complessità, anche o solo nel descrivere ogni pensiero dei due protagonisti nel minimo dettaglio, vivisezionandolo quasi, che ha bisogno di un certo tempo per essere assimilata, ma che al contempo ci coinvolge e scorre via nella curiosità di scoprirne un finale che ci spieghi, e ci dia soddisfazione ma
«Vide la polvere nell’aria, la vide con chiarezza meridiana nella piazza sfigurata della sua resa, dal suo sfinimento, e pensò: “si ritorna solo quando non si sa più dove andare, quando non ci sono altri luoghi e la storia è finita.”»
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
Un saluto
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |