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Leggermente deluso
Dopo essermi divorato Furore, mi sono buttato a capo fitto su quest'altro tomo gigante con aspettative molto alte.
Purtroppo sono rimaste parzialmente deluse.
Replicare la grandiosità di un capolavoro assoluto come Furore naturalmente sarebbe stata impresa vana, a meno che uno non sia Zola, Hugo, Dostoevskij, Tolstoj che hanno praticamente creato solo opere immortali.
Essendo un grande amante del cinema di qualità, ed avendo visto diverse volte il film omonimo con il compianto James Dean, ero ancora più convinto di stare per affrontare una grande lettura.
Purtroppo l'autore in questo libro infinito, vuole raccontare delle epopee che coinvolgono una famiglia di braccianti, che attraverso lustri, drammi, perdite finanziarie hanno il destino segnato verso il dolore, la perdita e la solitudine.
In questo romanzo c'è una figura grandiosa, cattiva, ostile, demoniaca, implacabile che ha il nome di Cathy Ames, uno di quei personaggi geniali per cui sarebbe valsa la pena, scrivere un romanzo tutto per lei.
Alcune notti, per la spietatezza di come viene descritta ho trovato difficoltà a prendere sonno e mi sono venuti incubi.
Questa Cathy, dalle fattezze angeliche a mio avviso aveva talmente tanto preso lo scrittore, che per non far calare il sipario e l'attenzione sugli altri personaggi, ho come avuto la sensazione che ad un certo punto dell'opera l'abbia come abbandonata o comunque ridimensionata, suscitando in me non poco disappunto, visto le figure che gli ruotano attorno sono delle marionette in confronto alla profondità psicologica che lo scrittore arriva a toccare non appena torna a scrivere di questo angelo e demone che si cela nella fattezze di questa prima ragazzina, poi donna e infine persona anziana.
Dal momento che ho notato questo passaggio da un personaggio perfettamente incastrato nella storia e una serie di macchiette, uomini, figli, vicini di casa, guardiani, giudici, purtroppo ho ravvisato una caduta verticale di tutta la storia e dell'interesse nel proseguire la lettura, che essendo io testardo porto sempre comunque a termine.
Però vi assicuro che quando qui e li durante le più di 700 pagine compare la figura di Chaty allora si che ci si trova immersi totalmente negli avvenimenti, scorrono i brividi lungo il corpo e si esce sconvolti, fino a che punto possa spingersi il male dell'essere "umano" sia nel pensiero che nell'azione.
Ripeto, per me se Steinbeck avesse scritto un libro, tutto dedicato a questa Chaty, ne sarebbe uscito fuori qualcosa di memorabile e impagabile.
Anche lo stesso regista del film relega questa figura di donna-demone a un ruolo secondario, come se avesse avuto timore di offuscare la stella nascente di Dean, che purtroppo, per così poco tempo a illuminato la Hollywood delle Stars.
Indicazioni utili
Lo Scannatoio di Zola