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LE NOSTRE ANTENATE
Una raccolta di fiabe per una bambina morente, scritto per darle la forza di continuare a vivere, affinché aggiunga la propria storia a quella delle sue antenate: così Mastretta, in uno degli ultimi racconti, descrive implicitamente al lettore il senso del suo libro. Ed è effettivamente così, perché ciascuna delle implacabili donne di Puebla di cui parla la raccolta viene raccontata con la familiarità di un parente (non a caso, sono tutte “zie”), ma con l’astrazione della leggenda e il linguaggio dolce di un racconto del focolare.
Il fil rouge che congiunge tutte le donne (e, mi vien da pensare, anche la stessa autrice) è un’indomita passione, tanto implacabile da essere il perno della vita di ciascuna. Amori clandestini e tenerezze coniugali, frenesie della carne e sinceri affetti filiali, ma anche un ostinato malanimo (meravigliosa la storia della zia che si aggrappa alla vita perché “non vuole essere seppellita accanto a quell’uomo”) o una tenace caparbietà; spesso queste donne hanno una propensione al nomadismo, alla curiosità, alla scoperta, ma riscopriamo in loro anche la fragilità, la paura e la capacità di ricominciare da capo.
Un carosello di mogli, amanti, madri e sorelle che sfila davanti agli occhi del lettore, con uno stile estremamente piacevole ma allo stesso tempo particolareggiato e intenso. Ogni storia, a prescindere da quanto il finale sia più o meno comico, ha una sua morale, che apre importanti spunti di riflessione sul senso della vita, dell'amore, della famiglia e della storia in generale.
C'è la passionalità latina, il misticismo degli indios, e tutta una tradizione letteraria legata al sud America: un romanzo di donne, come in Allende; una storia familiare allargata, come in Márquez; la spontaneità degli affetti sinceri, come in Sepúlveda.
Una lettura scorrevole, piacevolissima, breve ma sicuramente intensa. Le uniche critiche che potrei muovere a questa raccolta di racconti sono due: a volte, un leggero senso di ripetitività; altre volte, una morale oscura, di difficile decifrazione. Ma nessuna delle due inficia a tal punto la lettura da renderla sconsigliabile.