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Lo zio Antoine e la sua famiglia.
Pensi a Georges Simenon e subito colleghi il nome dello scrittore a Jules Maigret, il famoso commissario protagonista di tanti straordinari romanzi polizieschi. Sono centosette, ma addirittura centinaia gli altri romanzi, racconti, articoli, memorie che il prolifico autore, un singolare personaggio, ben noto anche come donnaiolo impenitente, amante della buona cucina e del buon vino, ha pubblicato nel corso degli anni. "Gli altri" è del 1961, si distacca dai temi dell'inchiesta poliziesca per evocare ritratti psicologici suggestivi nell'atmosfera stagnante della provincia francese. Il narrante, Blaise Huet, modesto insegnante di disegno all'Accademia, espone in pochi giorni sotto forma di diario gli avvenimenti familiari e le sue impressioni dopo la morte dello zio Antoine, un avvocato e giurista di fama. Il sospetto che si sia suicidato assumendo una dose eccessiva di certe pillole turba la famiglia, ma viene sommessamente messo a tacere in attesa spasmodica del testamento. Pian piano emergono parenti vicini e lontani, e Blaise inizia a tracciare la storia dei familiari più legati al defunto, indagando su rapporti personali, abitudini, conflitti, amicizie: vengono alla luce rancori covati per anni, improvvisi ritorni di persone da anni lontane e vissute in condizioni precarie, confessioni inaspettate, il tutto nell'atmosfera grgia di una cittadina sonnolenta, dove quasi sempre piove e non succede mai nulla di importante. I funerali dello zio sono l'occasione per incontrarsi e alimentare pettegolezzi: le donne per rispolverare velette e abiti scuri, gli uomini per riallacciare rapporti spenti o confessare quello che non avevano mai avuto il coraggio di dirsi.
La lettura del testamento, attesa con ansia, premia i parenti diretti e non riserva grosse sorprese. Interessanti sono le figure femminili che emergono dalle pagine del diario, non tutte di specchiate virtù. Ad esempio Irène, la moglie di Blaise, ha un compagno fisso, che, con il beneplacito del marito, frequenta assiduamente la casa, è invitato a pranzo, accompagna la donna al cinema ed a teatro. In compenso, Blaise, approfittando dell'assenza della moglie, si intrattiene con Adèle, la servetta di casa, pronta sempre a soddisfare le esigenze padronali. Anche Colette, la moglie dello zio defunto, ha comportamenti inusuali: tenta il suicidio, ha frequenti crisi isteriche con conseguenti ricoveri ospedalieri, oltre ad essere legata a più amanti. Ma, secondo l'estensore del diario, sembra apparire tutto normale, come parte della società dell'epoca, che accoglie e mimetizza abilmente meschinità e bassezze adeguandole all'ambiente in cui si vive: Blaise racconta tutto con sincerità estrema, mette tutto in piazza, perchè, afferma, " c'è abbastanza gente che si sente in diritto di farsi i fatti miei, perchè abbia anch'io il diritto di farmi quelli degli altri".
Simenon con "Gli altri" ha voluto, in sintesi, presentare, tramite un'analisi psicologica profonda dei personaggi, un panorama variegato della società dell'epoca, una visione disincantata nella quale possono rispecchiarsi anche le contraddizioni della società contemporanea, con i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi riti immutabili.