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Vite altrove
…” adesso è seduta al mio fianco e sorride di qualcosa che le è venuto in mente. Il convoglio rallenta, piega verso la spiaggia. Il tempo, le distanze… La vita così come sarebbe potuta essere. Lei si scosta i capelli dalla fronte e posa nuovamente la mano sul bracciolo fra noi. Per toccarla non dovrei fare altro che toccare le dita “…
Un lungo viaggio verso un amore perduto sospeso nei ricordi di giorni che furono, parole scandite da un tacito accordo, una sinfonia intensa e fugace svanita improvvisamente .
Islanda-Giappone, il parallelismo risuona nella risolutezza di paesaggi aspri e caratteri forti, nel timbro sussurrato di parole gentili, l’ unione di due vite altrove, il vivido ricordo di quel 1969 in cui il ventenne Kristofer, approdato a Londra in cerca di futuro, si scontra con una giovane donna, Miko, sulla soglia del ristorante del padre di lei dove si era recato per un colloquio di lavoro e da subito se ne innamora.
Oggi, dopo cinquant’anni, settantaquattrenne, nel pieno di una pestilenza che si aggira per il mondo, riaccoglie il senso di questa presenza e il profondo sentimento di lei decidendo di riabbracciarla.
Intraprende un lungo viaggio verso il Giappone, percorso della memoria in quello che fu e che venne a mancare improvvisamente e attuale nei luoghi e nelle voci che incontra.
Immagini, sguardi, parole, speranza, dolore, lontananza, misteri, rimpianti, il ritorno a quegli anni, quando la vita aveva allontanato Kristofer dall’ Islanda per studiare economia, un presente da subito rigettato alla ricerca di altro.
Fotogrammi scolpiti e mai scalfiti, passione negata, nascosta, a distanza, un anno idilliaco, quando la vita si apre all’ amore e tutto gli parla di Miko, quella giovane donna che da subito ne intuisce i pensieri e gli stati d’ animo.
Tra passato e presente un’ altra vita, una figlia che non lo ha mai accettato completamente, nata da una relazione precedente, una ex moglie scomparsa da sette anni che Kristofer non ha mai amato, un lavoro nella ristorazione che sconta gli esiti della crisi pandemica.
Al centro sempre lei, Miko Nakamura, l’ amore di una vita, idealizzato e sofferto, la donna di cui non ha mai parlato a nessuno, nemmeno ai famigliari più stretti.
Oggi Kristofer naviga in solitudine, percorso dalle sue ombre, dai fantasmi del passato, Miko probabilmente è una persona completamente diversa da quella con la quale credeva di condividere il futuro.
Forse i suoi ricordi sopravanzano e alterano il senso del reale, il passato governato dal caso, il viaggio si copre di un senso di fallimento per lui chi ha cominciato a invecchiare, che a tratti confonde il sonno e la veglia.
Quale il senso del tutto? Recuperare ciò che mai fu? Redimersi? Trovare qualcosa che giustifichi il modo in cui ha vissuto?
La verità in pochi momenti di felicità fissati in quel 1969 a Londra, immaginando un futuro diverso..
….” Me ne sono andata ma quella città l’ho portata con me. Nel mio bagagliaio ho messo la città, i ricordi, la gioia, la tristezza, la rabbia, e quell’ amore che mi è stato di ostacolo in tante cose in tutti questi anni”…
una verità che non esiste, se non in parte in un passato-presente e nel cambiamento di un volto, in parole sussurrate per chiedere scusa, che svelano una dimensione celata e una sofferenza reale sulle orme del proprio vissuto, in qualche modo condivisa a distanza, tutto è frammentato, vicino, plausibile, raggiungibile, ma anche lontano, inaccessibile, sfuocato, avvolto da una misteriosa assenza-presenza.
“ Sotto la pioggia gentile ‘’ è un romanzo poetico-sentimentale dai tratti gentili, che riporta a certa letteratura giapponese ma con tratti di intimismo nordico, che riflette e restituisce una vita crudelmente esposta alla propria storia e a una casualità immanente ma anche a un reale che si credeva altro.
Per lunghi tratti assistiamo a un monologo tra passato e presente per raggiungere l’ irraggiungibile, ascoltando storie non proprie, ridiscutendo atteggiamenti sbagliati, ipotizzando verità nascoste, ricostruendo giorni lontani, imbrattati dal senso di colpa.
Un viaggio che attraversa decenni di separazione e di lontananza, vite nate, immaginate, ignorate, sepolte, solo sfiorate, attraversati dall’ inafferrabile potere dei ricordi e dalla voce inasprita della propria coscienza.