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Il 900 e noi
Qualche settimana fa ho chiuso l'ultima pagina di un libro di cui non ho avuto voglia di parlare e scrivere fino ad ora perché è un libro doloroso. Lo era per me così tanto che ad un certo punto l'ho interrotto con l'intenzione di abbandonarlo, poi ho superato la codardia, l'ho ripreso e finito. McEvan con il romanzo Lezioni è tornato con i turbamenti, i misteri, e quella scrittura precisa, perfetta a cui ci ha abituati.
In rete si trovano recensioni dettagliate e interessanti su siti letterari di prim'ordine che definiscono questo romanzo "opera mondo" , e mi sono ricordata che anche Infinite jest, orgoglio e pregiudizio, 2666, Delitto e castigo e molti che non ricordo, furono definiti così. Mi è venuto in mente un articolo letto parecchio tempo fa che ne analizzava le prerogative, "Le opere mondo sono opere che esprimono l'epica nella modernità, complesse, infinite, digressive, allegoriche, polisemiche e aperte. Non più un attraversare i generi, ma i contenuti che essi possono veicolare"
McEwan attraverso la vita dei suoi personaggi, scandaglia gli avvenimenti storici del 900, (dal 1948, anno di nascita del protagonista che coincide con l'anno di nascita dell'autore) dalla guerra fredda alla caduta del muro, dalla Thatcher alla Brexit, dagli attentati dell'Isis alla pandemia. Con molto garbo fa dialogare le due generazioni "dentro" il cambiamento climatico, la prima, quella considerata responsabile, la seconda, quella generazione che la sta subendo e la subirà più di tutti.
Ho parlato di romanzo doloroso non solo per le vicende dei protagonisti, vite che ci mettono davanti al nostro nulla, del dolore della perdita, della malattia e del decadimento fisico, ma anche e soprattutto per il racconto di ciò che il 900 ha rappresentato, del fallimento di progetti storici illuminati.
Sembra proprio che nella Storia, e in egual misura nelle nostre storie personali, imprevedibili variabili ci possano condurre altrove, e che anche quando abbiamo pensato di avere in mano le nostre vite, in realtà non le avevamo affatto.