Dettagli Recensione
Amaro e potente
Torniamo a Bois Sauvage per il completamento della trilogia iniziata con “Salvare le ossa”, con il romanzo “La linea del sangue”, pubblicato in Italia da NN Editore nel 2020. In realtà questo volume è il primo uscito dalla penna di Jesmyn Ward. Siamo di nuovo in questa cittadina del bayou del delta del Mississipi, Bois Sauvage appunto, e ritroviamo molte delle atmosfere e dei personaggi di “Salvare le ossa”.
I protagonisti stavolta sono due gemelli adolescenti, Joshua e Christophe. La storia si apre il giorno del loro diploma: i due ragazzi sono riusciti a terminare la scuola superiore e devono festeggiare. Il quel momento speciale la famiglia che è presente non è rappresentata dai genitori però, ma dalla nonna, anziana e quasi completamente cieca, e da alcuni zii e cugini. La madre è a Atlanta, ha abbandonato i figli quando erano piccoli affidandoli alle cure della propria madre. Il padre non è mai stato presente, è un tossico della zona che compare in paese in determinati periodi, di solito dopo aver trascorso qualche anno a disintossicarsi.
Joshua e Christophe sono uguali ma anche diversi, legati dal sangue ma anche dall’amore che nasce dalla condivisione e dalla vita trascorsa insieme. All’inizio del romanzo sono due ragazzi cresciuti in un ambiente sociale duro e difficile, che non offre particolari opportunità. Nonostante questo e nonostante il dolore che devono portarsi dentro per essere stati abbandonati dai genitori, sono due ragazzi generosi e affidabili. Joshua, Christophe e la nonna sono legati da un affetto sincero e potente, da cui tutti e tre attingono la forza per affrontare la vita. Ma il giorno del diploma non è un traguardo fine a se stesso e il preludio ad un futuro sfavillante: in realtà il passaggio alla vita adulta presenta molti lati oscuri e si apre davanti ai gemelli un percorso difficoltoso, nel vero senso della parola. Infatti adesso devono pensare a lavorare, a guadagnare per tirare avanti e mantenersi da soli. I soldi della pensione di invalidità della nonna non possono bastare. Lo scenario che si apre loro davanti non è certo allettante o ricco di opportunità; Bois Sauvage offre ben poco per costruire un futuro con un semplice diploma di scuola superiore: andare a lavorare come commesso in qualche negozio, da McDonald’s, in un minimarket. Oppure spostarsi di qualche chilometro e trovare un lavoro al porto come operaio. Tutte queste soluzioni non sono entusiasmanti ma i gemelli sono chiaramente decisi a centrare uno di questi obiettivi e non altro, al di fuori della legalità.
Un giorno squilla il telefono, stanno chiamando dal cantiere del porto, uno dei gemelli è stato assunto. Uno solo, non tutti e due. Da questo momento inizia un periodo di crisi, che vede i fratelli allontanarsi e prendere strade diverse. Dalla loro unione scaturiva la forza e la dolcezza della vita, dalla loro separazione nasce la crisi, la debolezza, il disastro.
Leggere questo libro mi ha riportata, per contenuti e ambientazione, a “Salvare le ossa” e questo mi è piaciuto perché, della trilogia di Bois Sauvage, mi è sembrato il romanzo più potente: è quello che, a distanza di anni dalla lettura, ricordo di più. Anche “La linea del sangue” è un romanzo molto coinvolgente, in cui l’amarezza dei contenuti si fonde con lo stile poetico dell’Autrice. L’occhio di Ward sa cogliere la bellezza e la sua penna la sa descrivere: quella bellezza che si manifesta, forte, nella grandezza della natura e nel volto delle persone che amiamo.
«Adesso Joshua capiva perché a Ma-mee era piaciuto tanto quel viaggio: nella luce del tramonto, nel vento forte, l’erba di palude tremava e frustava l’aria, girandosi da una parte e dall’altra per catturare la luce, passando dal verde al dorato, al rosa, al colore del grano. La vegetazione fremeva piegandosi alla carezza dell’aria che dal golfo soffiava fino al lago, attraversando la stretta la stretta lingua di sabbia, erba e pini; tutto scintillava e risplendeva come il viso di Laila, gli occhi di Ma-mee, o un piccolo pitbull tarchiato dalle gambe storte mentre balza in aria –una bellezza del tutto gratuita, qualcosa che chiede di essere adorato solo per il fatto di esistere.»
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Da quanto hai scritto, il libro m'incuriosisce. Ma hai detto che conclude una trilogia; allora non si può cominciare da questo, ovviamente.