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Ricerca di se’
“ …A volte mi chiedo se le cose erano destinate ad andare come sono andate o se c’è stato un errore, un pasticcio lungo il cammino”…
Un viaggio nel futuro per riacquisire le coordinate del passato e scoprire a cosa e a chi si appartenga realmente. Gli occhi di Salim scrutano l’ orizzonte, un bambino che ancora non sa giudicare e che non capisce esattamente che cosa gli stia accadendo, che è vissuto in una famiglia sgretolata, con un padre debole e solitario che se n’è andato di casa e una madre che si è costruita un’ altra famiglia dando alla luce un figlio.
Le origini di Salim nel racconto di generazioni approdate altrove, voci lontane, incontri e conoscenze, la sua memoria labile non riesce a ricordare distintamente, imbevuta di semplici immagini frammentate e di luoghi persi nel tempo.
L’ indipendenza della propria terra ( Zanzibar ), il viaggio in Inghilterra accolto da uno zio poco amorevole che deve espiare una colpa, mentre il proprio padre rimane un ricordo sempre più scialbo e Salim continua a intrattenere rapporti epistolari con una madre che si è rifatta una vita, gli anni a venire manterranno il mistero famigliare auspicando un ritorno nella terra natia.
La nuova patria, quell’ Inghilterra che da sempre ha vestito i panni del conquistatore, un luogo inospitale così distante da terrorizzare il protagonista rendendolo intimorito e tremante, spegnendone i sogni, un’ educazione scolastica obbligata dalla volontà altrui, uno zio che sembra non apprezzarlo e che pare assolvere un dovere e una promessa.
In questa terra di non appartenenza, anche quando la propria passione e vocazione letteraria esplodono e Salim riesce a laurearsi, continua a ricercare un senso, a non avere un presente e a chiedersi che cosa sarà del futuro, ma non ci saranno senso e futuro se non affidandosi e confrontandosi con un passato nebuloso e irrisolto.
Una vita siffatta, cercando di ricostruire la propria essenza, un cammino tortuoso, fatto di solitudine e trasferimenti, amori non necessari, impossibili, negati, respinti, acuisce il suo senso di solitudine e non gli resta che trovare riparo in se’ stesso, nella lettura, negli scambi epistolari, in rapporti a distanza con una sorella che non ha mai conosciuto, immaginando luoghi, volti, un tempo lontano.
Verrà il giorno in cui il ritorno alle origini non sarà’ più rimandato, per se’ stesso, per quello che è stato, per la memoria, le promesse, cercando risposte su un mistero irrisolto, e allora un lungo monologo svelerà una porzione di storia avvicinabile alla trama di una famosa commedia shakespeariana, ( “ Measure for Measure” ) ridefinendo i ruoli dei protagonisti, cercando di comprendere l’ incomprensibile.
E allora ci sarà un senso rivelato ma non si sentirà la necessità di restare, di ricominciare, anche se altrove non ci sente a casa, perché
..” c’è chi serve a qualcosa, nel mondo, se non altro a ingrandire una folla e a dire sìi’, e c’è chi non serve a niente “…
“ Cuore di ghiaia “ è un romanzo che ricerca le proprie origini inseguendo il percorso della memoria in una terra ricca di contraddizioni e di conflitti irrisolti, Salim è un protagonista che fatica a trovare l’ identità, una dimora, la definizione di se’.
La scrittura di Abdulrazak Gurnah è come sempre riccamente vestita, densa, ammagliante, con richiami a storia e a tradizioni lontane ricche di cultura e significati, anche se, in questo caso, la trama si concede pause, tratti ripetitivi e poca vivacità definente.
La lunga permanenza in Inghilterra rimane un percorso irrisolto, non possiede e non svela l’ essenza del luogo, il viaggio di ritorno nel cuore del passato pare affrettarsi in un epilogo piuttosto sfuggente, come le premesse non lasciavano intendere, con personaggi che non raggiungono la profondità e l’ intensità cui l’ autore ci ha abituati, consegnandoci un’ opera che lascia un quid di sospensione e di insoddisfazione piuttosto evidenti.
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E' da tempo che questo autore Premio Nobel m'incuriosisce, ma penso che abbia libri più adatti per cominciare.