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Chi mangia in compagnia...
Da parecchi anni desideravo leggere un romanzo di Yoshimoto, un'autrice molto apprezzata e prolifica, che mi avrebbe potenzialmente dischiuso le porte ad una bibliografia vastissima. Dopo aver letto "Kitchen" non progetto di fiondarmi a recuperare qualunque cosa abbia scritto la cara Banana, però rimane un'autrice che mi piacerebbe approfondire almeno un po' nel caso capitasse l'occasione.
Questa novella segue una studentessa universitaria di Tokyo, tale Mikage Sakurai, che all'inizio della storia si trova completamente persa dopo la morte della nonna, la sua unica parente con la quale conviveva da anni. La ragazza arriva così ad accettare un po' d'impulso l'offerta di ospitalità di Y?ichi Tanabe e di sua madre Eriko, dei semplici conoscenti che diventeranno per lei qualcosa di molto simile ad una nuova famiglia. Le due parti che compongono questa storia sono seguite da un racconto che si concentra su una narrazione diversa: la giovane Satsuki deve affrontare la perdita del fidanzato Hiroshi; l'incontro casuale (o forse predestinato) con la misteriosa Urara la potrebbe aiutare a superare il lutto.
La distinzione fra le due storie e molte altre informazioni utili sono incluse della postfazione a cura dello stesso traduttore, che da un lato ho letto con genuino interesse ma dall'altro l'avrei forse trovata più utile se inserita all'inizio del volume; anche per comprendere meglio il contesto culturale che ha ispirato l'autrice. A parte questa piccola osservazione, penso che l'edizione italiana sia stata realizzata ottimamente, sia nella traduzione sia nei contenuti.
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui Yoshimoto ha trattato diversi aspetti legati al lutto: con grande dolcezza ed eleganza senza però cadere nella retorica, rendendo così la lettura accessibile a tutti. A mio avviso l'autrice è molto brava poi a rendere su carta i sentimenti che provano i personaggi, pur utilizzando poche, semplici parole; alla fine, di Mikage abbiamo una visone a 360 gradi, che va dai suoi sentimenti per Y?ichi alla sua passione per la cucina. La presenza di elementi fantastici, in parte vicini alla fantascienza e in parte al realismo magico, dona un'ulteriore velo di meraviglia alla lettura.
Per contro non sono riuscita a trovare la storia di Satsuki emozionante quanto quella di Mikage: pur avendo molti punti di contatto a livello contenutistico, la prima pecca di tutti le allegorie legate al mondo della cucina così importanti nel racconto principale; leggendo prima quest'ultimo, si ha un effetto calante nella propria esperienza di lettura.
Voglio infine dedicare qualche riga alla rappresentazione LGBT+, presente in entrambi i racconti ma con diverse modalità. Bisogna innanzitutto tenere a mente il contesto storico-culturale in questi personaggi si muovono, molto lontano da quello contemporaneo dei lettori occidentali. Questo porta ad alcune frasi poco felici, che però penso vengano in parte compensate da un bel passaggio in cui proprio un personaggio queer parla della sua esperienza. Come in ogni altro elemento, anche in questo caso il racconto "Moonlight Shadow" funziona decisamente meno bene, soffermandosi soltanto su preconcetti superati.