Dettagli Recensione
Un rapporto complicato
Un racconto breve e che riesce a essere incisivo pur non raccontando fatti straordinari, ma mettendo in risalto come ogni gesto, ogni parola o sguardo possono avere un grosso peso nella vita delle persone che ci sono vicine.
Probabilmente in parte ispirato all’esperienza personale dell’autrice, questo breve libro racconta uno stralcio della vita giovanile di Antoinette, ragazzina adolescente che appartiene a una famiglia di parvenu, arricchitisi di recente e che decidono di fare il proprio ingresso trionfale nella società che conta organizzando un ballo.
La Nemirovsky ci descrive nei dettagli l’esagerato sfarzo di cui i coniugi Kampf si sono circondati, ma quel che emerge più di tutto è il quadro familiare tempestato di problemi il cui fulcro risiede nella figura della madre, Rosine. Donna inizialmente appartenente a un ceto molto umile, si dimostra fin dal principio come una donna che prova a darsi un tono, a vestire i panni della donna nobile e austera, dimostrando un’ossessione per le apparenze che fin dalle prime battute rasenta il ridicolo e l’irritante. La povera Antoinette è succube di questa donna priva di qualsiasi istinto materno e che, visto che si rivela incapace di far valere la propria posizione con le persone che contano, decide tiranneggiare su questa povera ragazzina che dimostrerà, ovviamente, un carattere represso.
Non si può che provare tenerezza per la protagonista, sebbene si renda colpevole di un’azione non esattamente benevola. Il modo in cui la madre si rivolge a lei, con continui e aspri rimproveri, senza concederle nemmeno una piccola e futile gioia né tantomeno dimostrandogli un qualsivoglia tipo di affetto, è abbastanza da giustificare una crescita problematica e anche un certo tipo di nevrosi.
Sebbene non credo sia il racconto perfetto, così come viene definito, “Il ballo” è comunque un gran bel racconto, il cui punto di svolta è di una semplicità disarmante eppure capace di sconvolgere la mente del lettore, che si interrogherà fino alla fine sulle possibili conseguenze delle azioni di Antoinette.
Come prima esperienza con l’autrice, direi possa definirsi ottima.ù
“Un ballo... Mio Dio, mio Dio, era mai possibile che lì, a due passi da lei, ci fosse quella cosa splendida, che lei si immaginava vagamente come un insieme confuso di musica sfrenata, di profumi inebrianti, di abiti spettacolosi... Di parole d'amore bisbigliate in un salottino appartato, oscuro e fresco come un'alcova... E che quella sera venisse messa a letto, come tutte le sere, alle nove, quasi fosse un bebè […] Eppure cosa le costava che Antoinette, anche Antoinette, avesse la sua parte di felicità su questa terra?”
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Anche a me è piacito questo libro; direi però 'abbastanza' perché l'ho trovato un tantino schematico, ma ci sono alcuni monologhi della madre veramente degni di una recitazione teatrale.
Certo che i personaggi delle madri, nei libri dell'autrice, sono 'da incubo ' ; anche come figlia non dev'essere stata fortunata.