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Struggente, intimo, profondamente umano
"Le cose non sono mai belle come abbiamo sperato ma nemmeno brutte come abbiamo temuto”.
Solo alla fine questa verità sarà chiara per Roland, il protagonista dell’ultimo libro di Ian McEwan, all’inizio invece in apparenza davvero un perdente su tutti i fronti: famiglia, lavoro, affetti, ambizioni.
Nato da un padre militare e una moglie dolce ma sottomessa al marito, vive i suoi primi anni in una soleggiata Libia. Nel bel mezzo di anni di giochi in libertà è però costretto a seguire il volere del padre e a 11 anni viene mandato a studiare in un rigido collegio in Inghilterra, lontanissimo da casa e dalla amata madre che pur non volendolo è costretta a vederlo partire.
La madre di Roland è il primo personaggio femminile importante della sua vita. Una donna che soggiace al volere del marito che è talvolta anche violento con lei. Altro si scoprirà più avanti della coppia che in fondo ce la renderà anch’essa molto umana.
In collegio Roland, bravo e molto dotato in tutte le materie, subisce le morbose attenzioni di Mirian Cornell, sua insegnante di pianoforte, che costituirà ancora bambino il suo svezzamento sessuale e che instaurerà un perverso e malato rapporto affettivo con l’adolescente che ne subirà gli effetti al punto da trascurare lo studio. Il rapporto con Miriam è destinato a riprendere poi anni dopo. Si tratta quindi del secondo personaggio femminile negativo che influenzerà la sfera affettiva di Roland.
Messo in un angolo il pensiero della maestra di pianoforte, anni dopo si sposerà con Alissa dalla quale avrà un figlio, Lawrence. Alissa abbandonerà di nascosto entrambi e all’improvviso, senza spiegazioni, quando il figlio è ancora piccolissimo, per seguire l’ambizione di scrivere il romanzo della vita. Ambizione che Roland ha abbandonato per guadagnarsi da vivere scrivendo frasi a tema sui biglietti di auguri.
La storia procede con Alissa che diviene famosissima scrittrice, Roland che invecchia e Lawrence che cresce. Le vicende successive della vita di Roland hanno l’unico comun denominatore di un uomo che non riesce a prendere decisioni definitive e che vive in una perenne incertezza o attesa di poter compiere scelte definitive. In una costante provvisorietà, si potrebbe dire.
Sullo sfondo un lunghissimo periodo storico talmente recente da arrivare ad abbracciare anche l’esperienza del Covid, della pandemia e dei lockdown.
Il sentimento di Roland nei confronti di Alissa è altalenante: da una parte la odia per averli abbandonati, dall’altra la ammira per essere riuscita là dove lui ha fallito: trovare la forza di cercare ciò che potesse consentirle di scrivere finalmente qualcosa degno di essere apprezzato e di seguire le sue passioni, cosa che Roland ha totalmente accantonato.
Con il proseguire della storia però Roland ci si disvela come un personaggio a tutto tondo, non così diverso da tutti gli altri esseri umani e, in fondo, da tutti noi. Cercherà di risolvere quando rimane nella sua vita di ancora non concluso, di fare pace con il passato. Ci si manifesterà come spirito pieno di dubbi e di incertezze, come tutti. Ma anche con una grande capacità di amare e di capire. I rapporti con il figlio Lawrence, con la seconda moglie Daphne, con i figli acquisiti, ce lo rendono estremamente vicino e simile.
Lezioni è una lunghissima riflessione sulle scelte che compiamo nella vita, sull’influenza che gli altri hanno su di noi, di quanto male possano farci le loro scelte e le loro pretese sulle nostre fragilità, sulle nostre ansie e insoddisfazioni che accompagnano il nostro vivere, sulla nostra capacità di uscire da una situazione di sottomissione con quella forza di volontà che sembriamo non avere. In sintesi sulla nostra difficoltà a non limitarsi a subire la vita ma a viverla il più possibile.
Roland mantiene sempre la fiammella della speranza accesa anche se la forza sembra spesso venirgli a mancare facendolo rinunciare a molto di ciò che potrebbe imprimere alla sua esistenza la svolta che lui vorrebbe. E alla fine sarà la nipotina a tendergli la mano di finale riappacificazione con il suo passato, oltre che essere simbolo di una vita che continua con un poetico passaggio di testimone.
“Lezioni” è struggente, intimo, profondamente umano. E bellissimo
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