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Un alieno a Borg
Britt-Marie pensava di sapere tutto della vita. Tutta una questione di ordine: mai dimenticare i sottobicchieri, non uscire senza prima avere messo tutto in ordine, e poi bicarbonato e lievito come se piovesse, così da non dare scampo ad acari, batteri e compagnia varia. Queste attività le danno sicurezza, così come il lavare i vetri ogni mattino col Fanix le permette di vedere con maggiore chiarezza quello che c'è fuori casa. Poi un giorno deve prendere atto, perché non ha alternative, dei ripetuti tradimenti del marito. Non basta più lavargli ogni sera la camicia per non sentire gli odori che gli ha lasciato addosso l'amante, è necessario fare qualcosa di più definitivo. Allora decide di prendere in mano la sua vita partendo dalla ricerca di un lavoro. Lo fa quasi vergognandosi di trovarsi in quella situazione, ma allo stesso tempo con la tenacia di chi ritiene di avere il diritto a uno stipendio e non vuole accettare di non essere in grado di guadagnarsi la vita. Così, senza pensarci due volte si traferisce a Borg, dove a causa di un disguido amministrativo si è liberato il posto di custode per un centro sportivo che comunque sarà al più presto chiuso, così come quasi tutte le attività del paesino sono state progressivamente chiuse. Rimane imperterrita aperta solo un'attività che funge da pizzeria, posta, officina meccanica e luogo di incontro per i residenti e il cui parcheggio diventa un campo da calcio per i ragazzi. Questo libro è un inno alla resistenza, alla tenacia e alla capacità delle comunità di farsi forza e andare avanti. E' a tratti divertente e ironico, ma offre anche delle pagine coinvolgenti e capaci di far riflettere. Lo scrittore ha uno stile gradevole, ma i continui riferimenti alle manie di Britt-Marie dopo una cinquantina di pagine mi hanno parecchio stancato. Mi rendo conto che il personaggio prevedeva che avesse delle compulsioni e che fosse particolarmente pedante e fastidiosa verso gli altri, pur senza rendersene conto, ma il tutto mi è parso eccessivo e inutilmente ripetitivo. Va dato comunque atto all'autore di avere creato un personaggio nuovo, con delle caratteristiche ben delineate e coerente dall'inizio alla fine, senza repentini cambi di carattere arrivati dal cielo all'improvviso solo per scrivere un lieto fine particolarmente lieto.