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L'eredità
La scrittura vince la morte e resuscita dall’oblio la dignità di uomini e donne vissuti un secolo fa a ricordare a te, mesto lettore, la forte probabilità che anche la tua esistenza corre il pericolo dell’oblio, quella stessa esistenza che oggi è l’affanno primordiale nel quale ti affanni, annaspando, per non naufragare o ancora peggio per non annegare.
La storia riesumata è quella di un’amicizia forte tra Ragazzo e Barour, pescatori di merluzzo, votati al mare per necessità e per un destino avverso, lo stesso che priva, con la velocità di un fulmine, il secondo della vita, lasciando Ragazzo, solo, a cercare un nuovo significato alla sua.
L’eredità dell’amico però è viva e risiede nel suo grande amore per la lettura, la stessa che lo ha condannato alla morte prematura: leggeva il “Paradiso perduto” e il potere dei versi di Milton gli ha fatto dimenticare la cerata nella sua ultima uscita in mare, consegnando così il suo respiro al gelido vento del mar Artico.
A terra, nell’inospitale Islanda, tornano gli altri, esistenze abituate al pegno ciclico da pagare alla Natura, vinti dall’accettazione del loro destino che non è stato mai squarciato dalla potenza della scrittura, solo Ragazzo ha intuito questo potere salvifico e, seppur con difficoltà, è pronto a modificare il suo destino.
Da allora è il viatico per il lettore, la sua nuova esistenza registra quelle degli altri con i quali entra in contatto, ne fa tesoro e ce li consegna per nuove infinite riflessioni sul senso della nostra esistenza.
Opera originale nello stile, la narrazione è affidata a una coralità di esistenze passate appartenenti alla medesima comunità, dal forte lirismo nella prima parte ma che va gradualmente a spegnersi nella seconda lasciando la sensazione di un’opera non perfettamente compiuta. La narrazione prosegue in altri due volumi che chiudono la “trilogia del ragazzo”.
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