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Yusuf
“Non aveva mai fatto nulla di cui vergognarsi; di vergognoso c’era solo il modo in cui lo avevano costretto a vivere, lui e tutti gli altri. I loro intrighi, i loro odi, la loro avidità rancorosa avevano trasformato i valori più elementari in moneta di scambio, oggetto di baratto.”
Vincitore del Premio Nobel per la letteratura è Abdulrazak Gurnah, autore che viene riproposto da La Nave di Teseo in una nuova e rinnovata veste proprio a seguito di questo riconoscimento di tutto rispetto.
Ad essere tra le prime opere ripubblicate è stato “Paradiso”, scritto classe 1994 che ci parla di Yusuf, giovane dodicenne che subisce le sorti più nefaste essendo venduto dal padre per sanare la posizione debitoria ad un ricco mercante. A far da teatro alle vicende è la Prima guerra mondiale, siamo nell’Africa orientale tra Tanzania, Kenya, Uganda e più precisamente in quella che è stata conosciuta come l’Africa orientale tedesca.
A spiccare maggiormente è lo stile dell’autore. Uno stile che romanza le vicende ma che riporta alla vita anche le ambientazioni e le descrizioni che mostrano agli occhi del lettore quei luoghi e quegli ambienti così lontani e distanti dal mondo occidentale. Ancora, ad essere figura centrale e prevalente è proprio Yusuf che ricercherà il suo “paradiso” non solo in senso fisico ma anche metaforico. Saranno le sue non scelte e poi scelte a condurre il lettore sino a quello che è un epilogo aperto e tutto da interpretare. Cosa deciderà di fare il giovane? Quale sarà la scelta che guiderà la sua vita?
Non mancano, tra le pagine, i riferimenti alla parte più dura e cruda dell’Africa, delle sue tradizioni ma non mancano nemmeno i riferimenti alla tradizione biblica e in particolare alla figura di Giuseppe. Gli eroi che abitano queste pagine lottano in un mondo che sembra respingerli, un mondo che non accetta il riscatto e che non sembra disposto a concederglielo.
O lo si ama, o lo si odia. “Paradiso” è certamente un titolo che offre molto al lettore, molto dipende anche dalla conoscenza dell’Africa e della letteratura africana circa il grado di piacevolezza, ma nel complesso resta e si fa sinceramente apprezzare. Da leggere e assaporare con calma, con i giusti tempi.
“Quando si toccò, Yusuf si accorse di avere i vestiti bagnati, era completamente zuppo, ma era felice di stare lì fermo a lasciarsi avvolgere dagli spruzzi. Se ascoltava con sufficiente attenzione, ne era sicuro, avrebbe sentito un mormorio che cresceva e scemava sotto il ruggito della cascata, il rumore del respiro del Dio del fiume. Restò a lungo là, in silenzio.”
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Intenso e interessantissimo sotto molteplici aspetti. Fra i tre romanzi di Gurnah da me letti finora, questo, secondo me, è il più bello e appassionante.
Una bellissima sorpresa, questo scrittore! :)
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