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I miei piccoli dispiaceri
 
I miei piccoli dispiaceri 2023-01-30 19:41:42 68
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68 Opinione inserita da 68    30 Gennaio, 2023
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Dolore inevaso

… “ La nostra è un’epoca essenzialmente tragica, per questo ci rifiutiamo di prenderla tragicamente. Il cataclisma si è ormai abbattuto su di noi, siamo circondati dalle rovine; cominciamo a creare nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro molto difficile; la strada verso il futuro è tutt’altro che piana, ma noi aggiriamo gli ostacoli e li scavalchiamo. Dobbiamo sopravvivere, per quanti cieli ci siano crollati addosso”..

( D.H.Lawrence “ L’ amante di Lady Chatterley “ )

Sprofondati nell’ abisso di un’ assenza definitiva, affranti da chi continua a popolare il nostro dolore, prima o poi quel qualcuno va lasciato andare, liberandoci da un giogo di solitudine, riabbracciando la vita, affidando al cuore i ricordi.
La dimensione famigliare di Miriam Toews, una ciclopica dose di sarcasmo, umorismo, sensibilità intellettiva, leggerezza, protagonisti logorroici, stravaganti, dei tarati fuori di senno, allineati in una dimensione altra, figli di una rigida educazione mennonita, contrari a cliché precostituiti, risuona magistralmente in questo romanzo dai toni aspri e dolenti, tanto veloce e leggero quanto profondo e struggente. È un ritmo gradito, situazioni turbolente che scoperchiano anime, una vivace essenzialità che penetra temi importanti, etica, eutanasia, solitudine, suicidio assistito, depressione, diritto alla vita, ma anche famiglia, relazioni, senso del vivere.
La storia di Elf e di Yoli, sorelle unite nella propria diversità, sin da bambine contrarie alla omologazione da parte di una comunità giudicante, percosse da tragedie famigliari ( il suicidio paterno ) e da un gusto differente per la vita.
Se Elf, baciata da bellezza e talento, una pianista di fama chiamata a tenere concerti in tutto il mondo, ricca, ammirata, con un uomo adorante, è stritolata dalle ombre di una depressione autolesionista, Yoli è nata in un cono d’ ombra, priva di fascino e talento, due bambini avuti da due uomini diversi, una cattiva madre e una moglie terribile, una scrittrice mancata che non sa più cosa scrivere, una certezza, la voglia di vivere.
Il loro è stato un tempo condiviso, le scale di pianoforte la colonna sonora dell’ infanzia, giochi, libri, amori, affinità, litigi, incomprensioni, fino al giorno della partenza di Elf inseguendo un talento artistico in giro per il mondo, adulata e circondata da schiere di ammiratori mentre Yoli continuera’ a barcamenarsi in una vita di insuccessi, sbattendosi per guadagnare qualcosa, per studiare e imparare ( fallendo ) l’ arte di essere adulti.
Oggi Elf è sommersa dal peso dei giorni e del proprio talento, svuotata, fragile, dentro di se’ un pianoforte di vetro e il terrore che si rompa, Yoli e’ costantemente al suo fianco in un letto di ospedale, cerca di capirla domandandosi che cosa le sia successo, come si è disamorata della vita, ma non sa darsi una risposta, il presente sovrano, combattere e condividere, farle sentire la propria vicinanza, restituirle gioia, i sapori dell’ infanzia, una vita da sorelle siamesi.
E allora cerca di proteggerne la fragilità allestendo una cerchia di badanti, sottraendola alla solitudine, inscenando un inno alla vita, ma così facendo ne percuote l’ essenza del dolore, ne calpesta la dignità, ignorando che cosa ne ha reso invivibili i giorni.
Elf vorrebbe essere compresa, amata, aiutata, ma la vita prevede altro, protocollata da un desiderio di collaborazione impossibile, da assenze ingiustificate, da un’ incomprensione di fondo, condizioni invivibili e intollerabili per il proprio dolore. Lei è diversa, unica, altro, Yoli la ama per questo, ma non può seguirla in un desiderio irrealizzabile e senza ritorno, una solitudine viscerale senza meta.
Ecco che l’ equilibrio e’ sottratto, domande senza risposta, che Elf abbia davvero una malattia terminale, che sia geneticamente condannata a voler morire fin dal primo giorno, e le pastiglie che prende le danno l’ impressione che la vita abbia un senso, la fiaccano a tal punto che non le importa di niente, o rafforzano quello che ha già in testa?
È allora che si ridefiniscono i ruoli all’ interno della famiglia, si ripensa e si ridiscute di se’, si studiano soluzioni improbabili, cercando di
….” sottrarsi a tutto in un colpo solo, non sapendo da che cosa scappiamo. Forse siamo solo della gente irrequieta. Forse siamo degli avventurieri. Forse siamo terrorizzati. Forse siamo pazzi”….
Inquietudine, ansia, tenerezza, dolore, paura, preoccupazione, sfinimento, il senso di colpa per non essere stati all’ altezza, l’ impotenza per un desiderio inevaso. Chi realmente è sopravvissuto, quale vita ad attenderci e come viverla?
Allora…

…”sopra il nostro letto c’era un lucernario e potevamo vedere le stelle. Elfi e mi prendeva la mano. Se la metteva sul cuore e io sentivo il suo battito, forte e regolare. La mattina dopo avevamo un appuntamento di buon’ ora. Elf diceva che era come sposarsi o dare un esame. È una tortura dover passare la giornata ad aspettare, diceva. Dai, alziamoci, facciamo la doccia e andiamo”…



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