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Ho visto un lupo….
….” ho visto un lupo”….
Una semplice rivelazione scatena una nuova dimensione cosciente, la rielaborazione di una vita improvvisamente misera, vuota, sfuggente, un uomo solo di fronte a se stesso.
Il giorno di Capodanno, dall’ interno della propria roulotte, lo sguardo del settantenne Ulf Norrstig, cacciatore ed ex ispettore forestale, si posa su una sagoma maestosa, robusta, irraggiungibile, la fronte alta, il muso nobile, un lupo solitario dal mantello bianco e grigio, attimi di fissità fino a che il predatore si infila dentro il bosco e scompare.
Da quel momento il protagonista, che convive con la fragilità di un cuore malato, è attraversato da un soliloquio silente che si affida ai ricordi e ai diari di caccia dell’ infanzia, ma sa che c’è una memoria interiore inaccessibile che contiene altro.
Ulf ha vissuto una condizione di normalità destinata a non durare, gli acciacchi condivisi con il vecchio cane Zenta, gli scontri con la moglie Inga, due caratteri forti con opinioni diverse, fino a quando la visione di quel lupo, un essere irrazionale a cui dare un nome, Zampalunga, ha stravolto presente e futuro, accompagnandolo nel desiderio impossibile di confidare a Inga quello che ha visto scoperchiandone solitudine e limitatezza.
Un uomo chiamato a riconsiderare se stesso, a confrontarsi con un lavoro che ritiene fallimentare, immagini sovrapposte, Il bosco e la sua immortale bellezza, il lupo e la sua solitudine maestosa, i sentieri della propria infanzia. Ricorda gli esseri umani di “ Memorie di un cacciatore “, la solitudine di Ismaele, Jack London, il Libro della giungla, gli odori della natura riaffiorano, Ulf si sente un po’ lupo, molte volte lo è stato, di notte ha corso, si è accovacciato sotto gli abeti, ha vissuto cose per le quali non ha parole.
Forse quell’ apparizione è l’ unica certezza in un mondo grigio, bloccato dal proprio silenzio, mentre la moglie gli ricorda che …” tutta la mia vita è piena della tua solitudine “…. e dentro di se’ avverte il peso del proprio vissuto.
Ripensando al passato rifugge le uccisioni del se’ cacciatore, la folle pianificazione dei disboscamenti, la progressiva conquista della terra e la sua trasformazione in un enorme ammasso velenoso e brullo, ma la comunità fatica a comprendere il suo cambiamento acuendone il senso di isolamento.
E allora il generico “ tutto” diventa un umano “tutti” e Ulf è intriso di nuovi limiti, rifiuta gli stereotipi umani, si pone quesiti inquietanti, perché uccidere se non per fame?
Ecco la luce di una nuova forma cosciente, il recupero dell’ io, una dimensione di tenerezza come non era mai stata. Il lupo è parte di se’, istinto, forza, irrazionalità, presente, entità inafferrabile e indecifrabile, il buio che ci attraversa, la paura che ci trattiene, la gioia che ci rimane….
….” Questo era il suo bosco, questa era la sua casa, questa era la sua riserva di caccia. Qui lui viveva la sua vita esattamente come noi viviamo le nostre”…..
Un romanzo reale ed essenziale, dai toni poetici e nitidamente descrittivi, una lettura che purifica dalle tossine accumulate restituendo intimità ed equilibrio.
Il lupo scatena un universo celato, quel luogo oscuro e inafferrabile che è la propria memoria sensibile, ma anche un dialogo con il se’ nella propria sostanza animale, contatto e condivisione a distanza per accedere a una dimensione più vera.
La cecità è sostituita da una luce interiore, archetipo di un equilibrio sottratto, anestetizzati dalla razionalità irrazionale di un reale antropocentrico, distruttivo, condito da cinico utilitarismo, un percorso pacificatorio che si congeda dal vecchio non se’ per restituire ai giorni restanti un’ umanità vivibile e vera.
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