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Viaggio in Africa orientale
Dopo l’attribuzione del Nobel per la Letteratura nel 2021 a Abdulrazak Gurnah la casa editrice “la nave di Teseo” ha iniziato la ripubblicazione dei romanzi di questo autore.
“Paradiso”, edito per la prima volta nel 1994, racconta la storia di Yusuf, ragazzo di dodici anni dato dal padre come pegno per il pagamento di un debito ad un ricco mercante. La vicenda si svolge alla vigilia della prima guerra mondiale nell’Africa orientale, fra Tanzania, Kenya e Uganda, in quella zona che all’epoca era definita Africa Orientale Tedesca.
Il romanzo si incentra quindi sulla figura di Yusuf, e racconta della sua vita, da quando, poco più che bambino, viene ceduto dalla sua famiglia al seyyid Aziz per ripagare un debito, fino a quando il ragazzo si affaccia alla soglia della vita adulta. Insieme alla crescita di Yusuf noi lettori possiamo seguire i percorsi delle carovane dei mercanti fra i profumi, i colori e i paesaggi potenti e inquietanti di quella parte dell’Africa; conoscere narrazioni e personaggi di diversa natura e cultura e lasciarci trasportare in questo affascinante viaggio.
Lo stile di scrittura di Gurnah è senza dubbio un grande pregio del romanzo, l’autore sa suscitare coinvolgimento e attrattiva nei confronti di chi legge, la sua prosa è elegante e allo stesso tempo efficace nel descrivere paesaggi esteriori ed interiori.
Il personaggio di Yusuf è chiaramente ispirato al Giuseppe della tradizione biblica, entrambi sono venduti dalla famiglia e dovranno cavarsela e crescere lontano da casa, entrambi si guadagnano il favore del loro signore ed entrambi dovranno subire l’innamoramento della moglie del padrone. Entrambi hanno una particolare sensibilità che si manifesta nei sogni.
Con “Paradiso” Gurnah racconta, insieme alla storia di Yusuf, anche le vicende di un mondo che sta per scomparire, che di lì a poco sarà ingoiato dall’uomo bianco europeo che farà scomparire tutto quello che c’era prima.
In conclusione quindi, siamo davanti ad un romanzo il cui maggior pregio è quello di riuscire a farci viaggiare nel tempo e nello spazio; che sa farci entrare in un mondo diverso dal nostro ma alla fine non così lontano come potrebbe sembrare.
“Quando, durante la notte, aprì gli occhi, la visione del vagone buio e pieno solo a metà gli fece venir voglia di piangere. L’oscurità là fuori era un vuoto sconfinato, e aveva paura che il treno vi si fosse addentrato troppo a fondo per poter essere sicuri di tornare. Cercò di concentrarsi sul rumore delle rotaie, ma il loro ritmo irregolare ebbe come unico effetto quello di tenerlo sveglio. Sognò che sua madre era un cane con un occhio solo che una volta aveva visto schiacciato sotto le rotaie del treno. In seguito sognò di vedere la propria vigliaccheria scintillare alla luce della luna. Era appena nata e ancora avvolta nella placenta. Sapeva che era la sua vigliaccheria perché glielo aveva detto qualcuno che non poteva vedere. Ed era viva, respirava.”
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Non ho mai letto questo premiatissimo autore, ma mi interessa molto.