Dettagli Recensione
Vite di uomini in guerra
Racconto corale che ha come epicentro affettivo e umano una famiglia e geografico una città. La famiglia sono gli Šapošnikov, le cui vicende tragiche si intersecano sullo sfondo del regime totalitario stalinista e della guerra. La città è Stalingrado, ritratta durante gli ultimi mesi prima della capitolazione. E’ un romanzo ambizioso ed epico di “guerra e pace”, di battaglie e di vicende personali, dove amore e tragedia si confondono ad ogni pagina. Il filo conduttore è la lotta dell’individuo contro lo Stato e l’ideologia ufficiale, ad esempio durante gli interrogatori alla Lubjanka, nei campi di concentramento e rieducazione o nei centri di ricerca scientifica. La lettura scorre come un fiume in piena: all’inizio si fa fatica a trovare un filo conduttore, talmente tanti sono i personaggi e gli eventi raccontati, ma poi si prende il ritmo e non ci si stacca più. Fra i capitoli memorabili, se proprio dobbiamo fare delle scelte, c’è quello che racconta il binomio fra fisica e dittatura (Libro I, cap. 17), seguito da un dei più toccanti ed intimi, quello della lettera della madre a Viktor (Libro I, cap. 18). Ci sono capitoli che raccontano il senso dei totalitarismi (Libro I, cap.50). O descrizioni lucide della follia dei campi di concentramento e dell’anti-semitismo alla base del nazismo (Libro II, capp. 31-33). Insomma, è un libro totalizzante che ti entra dentro, per sempre.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Veramente un grande libro, anche se a tratti non agevole, ma ci sono parecchie pagine di grande spessore umano e storico.