Dettagli Recensione
Il dolore della crescita
Termino la lettura con un profondo senso di noia, dal retrogusto dello scialbo inaspettato; confesso infatti di aver pensato, senza informarmi in merito, di essere di fronte ad un grande scrittore. Ho di fronte, invece, un Ammaniti a stelle e strisce, quello di “Io e te" per intenderci e non del più maturo “Io non ho paura”, paragone che mi si affaccia alla mente forse per la palese capacità che mostrano i due scrittori di rappresentare mimeticamente la condizione socio-emotiva degli adolescenti, quelli che piacciono ai nostri millennial. Senza nulla togliere ai due, è una scrittura dal contenuto per me poco appetibile dal punto di vista stilistico e contenutistico; nel caso del breve romanzo in questione vi si aggiunge un’incompiutezza nell’intreccio che impedisce di godere appieno della storia, quella di James, un giovanotto irrisolto, in cerca di se stesso, che preferisce la fuga all’ansia dei genitori, separati, i quali lo instradano a un percorso psicoterapeutico. Tanti i punti in comune con Lorenzo di Ammaniti, come noterà chi conosce “Io e te”, con l’unica differenza che qui manca un “te” complementare che aiuti nel processo di crescita, mentre è rappresentata, come nel romanzo italiano, la vicinanza della nonna nume tutelare del nipote in crisi. Adatto ai giovani lettori ai quali consiglierei comunque letture più impegnative, questa è utile solo a chi è ancora ancorato a un processo di immedesimazione per cui prova comprensibile piacere nel leggere la rappresentazione del dolore che accompagna la crescita di un coetaneo.
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