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Storie di ordinaria ingiustizia
Il ritorno di Jack Burdette a Holt non passa inosservato. Perché lo fa a bordo di una costosa auto rossa, perché rimane per ore seduto al volante a bordo strada guardandosi in giro. ma soprattutto perché otto anni prima quando è scomparso nel nulla si è lasciato dietro rabbia, rancore, che nel frattempo non ha fatto altro che lievitare. Pat, suo ex amico e direttore del giornale locale ripercorre la sua storie, le ragioni che lo hanno spinto ad allontanarsi e quelle per cui è tanto odiato da tutti i suoi concittadini. La storia è quella di un idolo dello sport a cui tutto è perdonato, di un ragazzo che ha ai suoi piedi tutte le compagne di scuola , di un uomo che si approfitta del fascino che esercita sulle donne, e di un lavoratore che ruba dalla cassa di chi gli paga lo stipendio. Ma è anche un uomo incapace di provare pentimento o empatia, convinto di non avere mai abbastanza e tanto sfacciato da prendersi anche con la forza quello che vuole. In tutto questo ci sarà qualcuno a pagare, ma non sarà Jack, saranno le persone che gli hanno dato fiducia che non hanno saputo vedere dentro quell'abisso, o forse che lo hanno fatto e ne sono state risucchiate. Da questa storia non è solo il protagonista ad uscire male lo è anche tutto il paese, lo è il sistema giudiziario. Ho trovato questo romanzo interessante, ben scritto anche se un po' eccessivo. Con questo termine intendo che alcuni episodi sono stati piuttosto gonfiati. Capisco la necessità di dare enfasi all'odio verso Jack, ma il modo in cui la moglie ha espiato la colpa di averlo sposato, è del tutto fuori misura, forse inadatto anche a un romanzo ambientato diversi secoli prima. In definitiva però questo scrittore, che non conoscevo, mi è piaciuto e credo che continuerò a leggerlo.
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Non ho letto questo libro, ma ho trovato molto bello, penso decisamente superiore, l'opera precedente di Haruf, "Vincoli", all'origine di Holt.