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La guerra fuori
Homer è un ragazzino di 14 anni figlio di immigrati nell'America della seconda guerra mondiale.
Il padre è morto, il fratello maggiore Mathias è partito per il fronte e lui si occupa di sostenere la madre, la sorella Besse il fratellino Ulisses , curioso e pasticcione, che si caccia sempre in qualche guaio.
Curiosa la scelta di lavorare su una serie di nomi che abbiano tutti a che fare con Ulisse (Itaca, Ulisse Omero...).
Homer dopo la scuola trova lavoro all'ufficio del telegrafo locale, dove il telegrafista è un simpatico signore spesso ubriaco che gli passa i telegrammi da consegnare : spesso si tratta di comunicazioni dal fronte in cui si da ad una famiglia la triste notizia della scomparsa di un marito o di un figlio e la cosa sconvolge Homer , ragazzino ingegnoso e sensibile.
Nella cittadina imaginaria di Itaca la vita scorre serena, l'autore costruisce un modello sociale quasi ideale fatto di persone che si aiutano a vicenda e sono partecipi delle sventure altrui con sincera commozione fino al drammatico finale che coinvolge il protagonista.
Homer passa dall'adolescenza al mondo degli adulti facendosi carico di tutto quanto questo passaggio comporta: la responsabilità di chi è più debole o più piccolo, il dolore della perdita e la consapevolezza che nulla di ciò che abbiamo perso potrà mai tornare, il tutto con un messaggio che fa da sfondo alle vicende: la bontà umana esiste e va coltivata e condivisa a fare da contrasto con le brutture della guerra che circondano il protagonista e lo colpiscono anche (la morte del padre) ma non ne minano mai la propensione verso il prossimo e l'innocenza di fondo.
A itaca la guerra è fuori non nel cuore delle persone che la abitano.
Un pò datato nel linguaggio e nello stile (ovviamente essendo stato scritto 70 anni fa) e molto buonista ma decisamente bello.