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Paura di amare…
…” Tutt’a un tratto ho sentito la voce dell’ acqua “…
Kawakami Hiromi tratteggia un romanzo intenso dai toni delicati, cadenze malinconiche e sentimenti che si nutrono di ricordi, oggetti, voci, amicizie, condivisioni, assenze, silenzi, spezzoni di vita, lo scorrere del tempo, cinquant’anni anni di storia giapponese.
Una scrittura sussurrata, schiva, semplice, precisa, senza orpelli ne’ invenzioni di sorta, una dolce sinfonia, prolungata carezza dell’ animo.
Un romanzo da leggere per riafferrare il senso smarrito dell’ essere, il piacere delle piccole cose, nel cuore di un linguaggio stringato ma opulento.
Miyaco e Ryo, i due protagonisti, figli di Mami, scomparsa da dieci anni a causa di una malattia, dopo un lungo periodo di lontananza, ciascuno preso da se stesso, tornano a vivere in quella che è stata la casa della loro infanzia, nel quartiere di Suginami, una delle zone più tranquille di Tokyo.
Paiono estranei, invecchiati, senza molto da dirsi, ma all’ interno della loro casa sembra sopravvivere una suggestione, tutto parla di loro, riflettendone la presenza.
Ogni volta che Miyaco tira le zanzariere, chiude le imposte, gira la maniglia di una porta, riemergono Immagini dai contorni sfumati, …”vaghe ombre luminose che attraversano come lampi il suo campo visivo “….
Realtà e sogno si alternano, Mami e’ una presenza costante, il suo amore per la vita, la sua originalità, la sua risata, un archetipo di donna, figura scostante cui volere molto bene.
Passato, presente, futuro, voci della memoria di una guerra che non si è conosciuta direttamente, ciascuno dilaniato da un momento unico di rottura e di sofferenza.
Ryo ha vissuto il trauma dell’ attentato alla metropolitana, quando ha pensato di morire, non ama parlare di se’, Miyaco sogna e sente continuamente la voce materna che la tratta con dolcezza, come mai durante l’ infanzia.
Il profumo del tempo rivive negli oggetti inanimati che paiono incastrarsi perfettamente, non altrettanto si può dire dell’ animo umano che richiama sensazioni confuse, impercettibili, una nebbia dei sensi intrappolata nella memoria.
Gli anni lontano da Ryo hanno lasciato in Miyaco un senso vivo, a fior di pelle, da quando hanno cominciato a vivere insieme l’ immagine invecchiata di lui si sovrappone a quella del passato, …”la memoria si fa confusa, i ricordi si accavallano e i più pesanti sprofondano “..,
La voce della coscienza spinge i due fratelli a chiedersi se la loro è una famiglia, chi il loro vero padre, a rivisitare il rapporto con la madre e tra loro stessi, che cosa si nasconde dietro una dimenticanza, il tempo ha realmente cambiato i sentimenti?
Poi, di colpo, Miyaco non sente quasi più nulla, solo …” suoni senza senso che fluttuano nell’ aria notturna come bolle di sapone “…, fissa i motivi sulla parete che avevano disegnato lei è Ryo da piccoli, un mestolo, dei fiori di prugno, un airone, un paesaggio innevato con la luna, la folgore, una rondine.
In lei vive un’ altra se’ che la caratterizza e un legame molto più forte di quello fraterno, finora ha ignorato il significato autentico della parola amore.
La convivenza con Ryo svela un nuovo rapporto e recupera il precedente, i due si aprono ai propri sentimenti, nel viso del fratello si nascondono i tratti che aveva a trent’anni perché …’ il tempo resta nascosto dentro di noi, si arrotola e si srotola, forma dei nastri che si arrotolano nei nostri corpi “….
Intanto il luogo della giovinezza e della memoria è colpito duramente dalla terra tremante; in quel mentre, costretti a partire controvoglia, tutto si fa certezza e la vera paura incombe,…” la paura di essere felici accanto a chi si ama “...
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