Dettagli Recensione
Un collage di vite
Ogni volta che leggo un romanzo di narrativa contemporanea americana mi sembra di entrare in un metaverso di rapporti umani e di situazioni familiari problematiche. Nel caso di questa storia il tutto si svolge in un quartiere e partendo da un evento, critico, la storia si articola raccontandoci la vita di più nuclei familiari, attraverso le loro vicende del passato così come anche attraverso i legami interconnessi fra di loro che hanno costruito. La parte che mi è piaciuta di più è la storia di Mia e soprattutto il racconto di come è nata la sua passione per la fotografia. Sarà forse perché anche a me la fotografia piace molto, come forma di espressione e come forma d’arte. Ritengo abbia una potenza non comune e, come tutte le vere opere d’arte, una fotografia bella è capace di smuovere sentimenti e può cogliere lo strato nascosto delle cose. Questo collage di vite contiene però tanto altro: i rimpianti del non detto, che fanno un male terribile; i ricordi del corpo, a livello cellulare; le sbandate spettacolari della vita; le criticità dell’adozione; lo sguardo con cui un genitore vede il figlio crescere ed allontanarsi. Anche solo per le parti in cui vengono descritte queste emozioni, vale la pena di leggere questa storia. Peccato per il ritmo, estremamente lento, stancante, ma riconosco che è una caratteristica intrinseca di questo filone di letteratura.