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Lo scrittore e la fanciulla
John Maxwell Coetzee da sempre si offre al grande pubblico con scritti che sanno toccare tematiche diverse ma anche strutturarsi con una particolare originalità. Talvolta è proprio quest’ultima a far amare maggiormente o minormente un componimento stante che questa può determinare una maggiore complessità di lettura così come di corposità. E questo è quel che accade anche con “Diario di un anno difficile”, una delle opere più corpose e complesse dell’autore proprio grazie a questa struttura che riprende materiale autobiografico ma anche saggistica, musica, rivisitazione di testi.
Coetzee, premio Nobel per la letteratura, stupisce i suoi lettori oscillando tra argomenti di varia natura e al contempo con riflessioni eterogenee.
Quello che ci troviamo davanti potrebbe essere un vero e proprio canto corale. Un canto corale dove ogni personaggio è armonia e disarmonia. Al contempo abbiamo uno scrittore di origine sudafricana che vive in Australia, per scelta, scrivendo saggi di attualità per un volume che sarà intitolato Opinioni Forti. Ma lo scrittore ha una certa età, è anziano. Ha bisogno di qualcuno che scriva al suo posto e dunque perché non buttarsi su una giovane ragazza che vive nel suo stesso palazzo. E poi ancora c’è Alan, il fidanzato di Anya, che è ostacolo tra i due. Speculazione senza scrupoli, emblema della modernità e della società più attuale possibile (si noti bene che il titolo vede la sua prima edizione nel 2007).
Un triplice legame complesso, difficile, annodato, ai confini dell’illegalità. Al tutto si aggiunge una scrittura erudita, una struttura stratificata e tematiche che oscillano tra la terza età, la vecchiaia, il corpo, il corpo che cambia, la musica, la morte, la vita, la violenza, ere e generazioni che si susseguono, la solitudine. Fisica e mentale. La solitudine dell’io nell’individualità e nella collettività.
La fusione delle idee tra un anziano scrittore e una giovane donna che quasi sembra indossare i panni di una moderna Lolita. Le opinioni della giovane saranno linfa per lo scrittore e sarà proprio lei a stringergli la mano nel momento di maggior bisogno.
“Diario di un anno difficile” rappresenta una delle prove maggiori di Coetzee, è una lettura impegnativa anche a livello grafico e visivo, ma è anche uno di quei romanzi da assaporare con calma, poco alla volta, con i giusti tempi e con il giusto ritmo. La sua bellezza risiede anche in quelle disarmonie che lo caratterizzano e vivono.
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Mi ha un po' deluso. La struttura apparentemente è innovativa, ma penso non 'riuscita' , come si trattasse di tre romanzetti paralleli, interdipendenti sì ma non ben amalgamati. Un romanzo insomma dai risultati decisamente inferiori alle ambizioni