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Parole per non dimenticare
È difficile recensire Niente di nuovo sul fronte occidentale, l'unico modo sarebbe riscriverlo parola per parola, affinché ciascuna di essa entri dentro di noi.
Gli occhi di chi la guerra l'ha vista si devono osservare da vicino, per riflettere e non smettere di dimenticare, non smettere di condannare l'orrore che fu e che c'è, vicino e lontano.
Entra nella coscienza di ciascuno il pensiero alle atrocità, alle brutture, ai dolori, alla fame, alle assurdità di ciascuna guerra.
Allo stesso tempo il lettore tocca con mano il cameratismo, le gioie ed i sorrisi tra compagni, i ricordi felici e le riflessioni sul futuro di una generazione di ragazzini che vennero gettati nelle trincee.
E' un libro che ti graffia dentro, non ti lascia uscire indifferente. È un inno contro la guerra, senza lasciar nulla per scontato.
Sono molti i pensieri che rieccheggiano dopo una simile lettura: i soldati nemici e uguali, la propaganda, il terrore che non potrà mai essere capito una volta rientrati dal fronte, le urla soffocate nella terra pregiata di sangue, sudore e lacrime.
Restano le parole, che non moriranno mai.
"Io sono giovane, ho vent'anni: ma nella vita non conosco altro che la disperazione, la morte, il terrore e la insensata superficialità, congiunta con un abisso di sofferenze. Io vedo dei popoli spinti l'uno contro l'altro, e che senza una parola, inconsciamente, stupidamente, in una incolpevole obbedienza si uccidono a vicenda. Io vedo i più acuti intelletti del mondo inventare armi e parole perché tutto questo si perfezioni e duri il più a lungo possibile."
"Mi rivolgo al morto e gli dico:"Compagno,io non ti volevo uccidere. Se tu saltasse un'altra volta qua dentro, io non ti uccidere, purché anche tu fossi ragionevole. Ma prima tu eri per me solo un'idea , una formula di concetti nel mio cervello, che determinava quella risoluzione. Io ho pugnalato codesta formula. Soltanto ora vedo che sei un uomo come me. Allora pensavo alle tue bombe, alla tua baionetta, alle tue armi; ora vedo la tua donna, il tuo volto e quanto ci assomigliano. Perdonami compagno!"
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