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Carne e sangue
 
Carne e sangue 2022-08-19 21:22:57 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Agosto, 2022
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Carne, sangue, famiglie e fragilità

«Voglio dire che ci sono questa cattiveria e questa stupidità sconfinate e sono così radicate e, non so, ma sembra che stiano aumentando, come se la gente diventasse sempre più cattiva e più stupida e ne fosse sempre più orgogliosa.»

Classe 1995, “Carne e sangue” di Michael Cunnigham torna in Italia edito in una nuova veste a firma La nave di Teseo. Sono passati quasi trent’anni dalla sua prima pubblicazione, eppure, leggere questo titolo è per il lettore un tuffo puro e semplice nella nostra attualità per ritrovare tanti temi a noi cari quali le relazioni familiari. Ed è esattamente questo ciò che avviene tra queste pagine. Con un occhio acuto e una lente attenta, Cunningham ricostruisce per mezzo di una “famiglia modello” quelle che sono le dinamiche medesime e anche psicologiche sottese. Non mancano emozioni, cadute, sconfitte, vittorie, prese di coscienza, rimorsi, rimpianti, scoperte, perdita, vita, morte e anche un vero e proprio percorso di formazione.
E da cosa partire se non proprio da quel sogno che accompagna tutti coloro che sin da sempre che la memoria consenta sopraggiungono nel Nuovo Mondo con la speranza di poter costruire una vita in America con le proprie forze e con una compagna/compagno al proprio fianco con cui ricostruire una realtà solida ma che sia la concretizzazione di quel sogno di realizzazione? Questo è ciò che accompagna anche Constantine Stassos, immigrato greco, rozzo e poco dotto che qui sogna il riscatto sociale ma al contempo anche la realizzazione del proprio nucleo familiare con la giovane e bella italiana di seconda generazione Mary. Da questa ha tre figli: Susan, bella come poche, Billy, timoroso, fragile, insicuro e introverso ma anche prediletto della madre, Zoe, fragile ma dal temperamento indomabile e alternativo in un mondo che non sembra accettare cambiamento e strade differenti.
Da qui ha inizio una narrazione che prende per mano il lettore e lo accompagna in un mix di vicende che coinvolgono la famiglia nel tempo che passa. Se Constantine si mette in affari con uno spregiudicato e riuscirà a raggiungere la ricchezza costruendo case di scarsa qualità ma intrise di “decoro micro-borghese” e destinate ai nuovi arrivati nel mondo del benessere, Mary è confinata in una vita di coppia insoddisfacente e con un marito aggressivo, arrogante, primitivo, violento talvolta e soprattutto con il figlio maschio che tutto è tranne che il figlio maschio desiderato. Le sorti degli altri due figli saranno altrettanto particolari, Susan, la preferita, si sposerà con un compagno di scuola che non ama, Todd, anche e solo per fuggire a una realtà dove un padre-padrone millanta e minaccia di abusarla, Zoe, sarà preda di una New York che rischierà di schiacciarla e di profittare della sua fragilità. Ogni membro della famiglia vivrà delle sue cadute e vittorie. L’infelicità di Mary si fonderà con Billy che diventerà Will e dovrà fare i conti con la propria sessualità e le due figlie femmine che avranno a loro volta un figlio cadauna. Zoe con un uomo di colore di passaggio, Jamal, e Susan, Ben, bello e dannato con un epilogo che tutto fa tranne che risparmiarlo.

«Sapeva che le case degli altri erano piene di libri. Quelle case rintoccavano con la sicurezza maestosa di un vecchio pendolo.»

“Carne e sangue” è un romanzo semplicemente spietato, crudo, doloroso, stratificato. Il conoscitore è trascinato dalle pagine e nelle pagine. È coinvolto nelle realtà di ciascun personaggio, prova emozioni diverse e anche discordanti che lo portano a vivere un mix di realtà diverse a cui si sommano riflessioni differenti.
Un titolo corposo, dal registro letterario di alto livello, intriso di necessarie figure retoriche, che sa commuovere, colmo di lirismo e spietatamente realistico. Un libro che scuote, segna, demarca e marca. Una di quelle letture da assaporare, gustare, vivere. Perché sono loro le prime a chiedere di essere vissute, gustate ed assaporate.

«Noi abbiamo paura dell'amore, non credi? Diciamo di volere solo quello che riusciamo a trovare.»

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