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Recensione
Una scoperta questo romanzo. Dopo una parziale delusione che mi era rimasta dalla lettura di “Tre piani”, ho affrontato questo con diffidenza. Quanto mi sbagliavo!
Una solida struttura narrativa, una scrittura piana e facilmente leggibile, uno schema narrativo forse già visto ma ben strutturato e coinvolgente, un doppio finale che mi ha strappato le lacrime. Già era bello il primo di finale, il libro si sarebbe potuto chiudere così, ma la storia va avanti regalando un finale inaspettato e meravigliose suggestioni al lettore lasciando un bellissimo ricordo del romanzo.
La trama, in breve, descritta dalla voce narrante di uno dei protagonisti. Quattro amici strettissimi che stanno prendendo strade diverse, nel corso di una finale dei mondiali decidono di scrivere ciascuno tre desideri che vorrebbero vedere avverati per i mondiali successivi. Uno dei tre desideri lo condividono subito. Da quel momento il destino e la loro volontà inizierà a portarli su una strada che non necessariamente sarà quella scelta.
L’amicizia al maschile è descritta benissimo, è molto vera e coinvolgente, la storia di Israele rimane volutamente sullo sfondo perché non è quella che si vuole raccontare. Ci sono i quattro protagonisti al centro, il narratore in particolare. La storia è presente certo, non sarebbe possibile evitarla, ma non in primo piano. E i protagonisti sono parte di quella storia.
Il romanzo si arricchisce di invenzioni davvero geniali come l’amico che c’è e non c’è, Shachar Cohen. Sarebbe il quinto amico, ricco di mistero e con una sua storia che si intreccia a quella dei quattro protagonisti.
Come definire “La simmetria dei desideri” (bellissimo titolo, tra l’altro)? Struggente, dolce, pieno di leggera, malinconica tristezza. Consiglio di leggerlo cercando di andare aldilà del semplice racconto perché è aldilà della storia, pure bella, che il romanzo si dispiega in tutta la sua armonia.
Non voglio dire di più perché dovrei svelare parti della trama. Un solo consiglio: da leggere!