Dettagli Recensione
La scelta. Il bivio
Leggo con una certa frequenza e scarsa giustificazione di apparente banalità di questo libro, di apparente scarso approfondimento, di mancanza di spessore, addirittura di un finale banale.
Non concordo. Ritengo che il commento negativo possa (forse) venie da colui che ha o ha avuto una sua di "vita piatta" e cerchi quindi nel racconto una via di fuga. Il libro "Figlia del silenzio" non è per chi vuol fuggire, ma ritrovarsi e ritrovare pezzi di sé perduti lungo il corso della propria vita.
E' una storia che parte da un amore tenero, ingenuo e immaturo, tipico di tante giovani donne che mettono la propria vita nelle mani di un uomo più adulto, protettivo, forte (apparentemente). Donne che poi scoprono di essere sì fragili, ma forti nelle loro emozioni, capaci di scelte coraggiose, di cambiamento, maturazione ed autonomia.
Norah diventa donna non quando nasce il suo primo figlio, ma quando apprende della "morte" della seconda nata, malata dal riferito di David. Non uno sguardo, non un abbraccio, non un bacio sulla guancia di questa bimba nata morta. Crudele averla portata via senza dare a Norah il diritto di sorridere per uno e piangere al tempo stesso per l'altra ... crudele averle nascosto la verità. Eco da quel momento in poi le vite, i pensieri, le reazioni, le scelte dei personaggi si agglomereranno attorno a quella scelta, divenendo un grumolo di fili e nodi indistricabili.
I personaggi sono a tratti antipatici, ma anche no.
Non è un libro sulla sindrome Down, sulla disabilità, bensì sulle scelte e sui bivi delle nostre vite. Un racconto sui macigni che con difficoltà riusciamo a digerire ... spostare un po' più in là.
Ecco in questa storia il finale è straziante, i personaggi riusciranno a a spostae il macigno un po' più in là. chi più chi meno.