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La guerra fredda secondo Ian McEwan
Una storia di iniziazione ai sensi, alle emozioni, all’amore fisico; una storia d’amore; una storia di spionaggio; una storia d’orrore. Sono gli intrecci che danno vita a questo “vecchio” romanzo di McEwan (la prima edizione Einaudi risale al 1990).
Protagonista de “La lettera a Berlino” è un giovane inglese tecnico delle comunicazioni, Leonard Marnham, che nel 1955, catapultato nella Berlino della guerra fredda, si trova al centro di una operazione di intelligence, “Operazione Oro”, che i suoi connazionali stanno portando avanti per intercettare e decriptare i messaggi dei sovietici. Il suo compito è quello di immettersi sulle frequenze telefoniche sovietiche. Berlino è spaccata in due – ma non c’è ancora il muro – tra alleati da un lato e sovietici dall’altro che si guardano, si studiano, si spiano. Il progetto cui Leonard è chiamato a collaborare è ambizioso e vede schierati, non senza rivalità e diffidenza reciproca, i servizi segreti americani, la CIA, e quelli britannici, l’M16.
In una città che sta alacremente ricostruendo un tessuto urbano e sociale, ma in cui i segni della guerra sono ancora molto evidenti, Leonard conosce Maria, una bella donna tedesca, vivace, intelligente, esuberante e con una gran voglia di vivere. Ma Maria sta ancora combattendo per lasciarsi alle spalle Otto, un millantatore di gesta eroiche al fronte mai compiute, un ubriacone che continua a perseguitarla nonostante il fallimento del loro matrimonio.
Durante l’ardua impresa di spionaggio sono diversi i personaggi con cui entra in contatto Leonard: dall’esuberante americano Bob Glass, all’enigmatico e doppiogiochista George Blake, al suo capo Mac Namee.
La passione tra Leonard e Maria, scandita anche dai ritmi del rock’n roll, del boogie e della musica importata dagli americani, si trasforma molto velocemente in vero e proprio amore. Felici i due innamorati danno una vera e propria festa di fidanzamento con i pochi amici e colleghi. Ma proprio la sera della festa, al ritorno a casa di Maria, irrompe nella loro vita, ancora una volta, Otto. E qui, in un crescendo adrenalinico, McEwan descrive scene di puro orrore con alcune pagine piuttosto dure da leggere (una tematica analoga, sia pure in un contesto totalmente diverso, McEwan la riprenderà diversi anni dopo in Cortesie per gli ospiti).
L’episodio allontanerà Leonard e Maria che, probabilmente, si ritroveranno solo molti anni dopo quando, nel 1987, alla vigilia della caduta del muro, Leonard tornerà a Berlino per leggere lì, nei luoghi del suo grande amore, una lettera che Maria gli ha spedito da Cedar Rapids, Iowa, USA.
Con la consueta enorme abilità McEwan costruisce un romanzo denso di accadimenti uscendo, per una volta, dai domestici confini britannici e calandosi nell’atmosfera surreale della guerra fredda. Un romanzo sicuramente diverso dalla maggior parte dei suoi libri ma in cui, con la stessa “semplice”, fluida prosa narrativa lo scrittore riesce a catturare l’attenzione del lettore tenendolo avvinghiato al libro fino all’ultima pagina.