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Cecità
 
Cecità 2022-06-21 18:04:51 68
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68 Opinione inserita da 68    21 Giugno, 2022
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Quale cecità?

L’inizio di una pandemia, una cecità ingravescente, alcune persone messe in quarantena, una malattia che investe tutti indistintamente, inaspettata, paradossale, molte domande, nessuna risposta, se non cercare riparo e conforto nel buio più estremo.
Ma quando, progressivamente, la cecità riguarda ogni dove e si trasforma in pandemia, tutto cambia e inizia una nuova era.
Una massa indistinta attende che … “ il sogno abbia compassione della propria tristezza “…, nella speranza che questa cecità sia provvisoria, come è venuta potrebbe andarsene, certi che solo voce e udito siano di una qualche utilità e che il mondo che conta sia totalmente interiore.
E allora occorre adattarsi a un nuovo equilibrio mondiale, laddove subentrano altre priorità perché nessuno vedrà più le persone e le cose saranno realmente come sono.
A che scopo l’ estetica, l’ igiene, cinema, teatri, musei, la paura accieca, forse si insinua il sospetto di essere già stati ciechi nel momento in cui lo si è diventati, una paura che manterrà per sempre una condizione siffatta, Eppure la cecità, quando si trasforma in reale obbligato, non renderà migliori ne’ peggiori, sarà un semplice cambiamento di status.
Il mondo ,,,’ caritatevole e pittoresco “… dei poveri ciechi è finito e si va trasformando nel regno duro, implacabile, crudele, dei ciechi, buoni contro cattivi, un modus operandi nel quale ragioni e non ragioni umane non fanno che ripetersi, è noto l’ egoismo che permea l’ essere umano.
E’ un reale trasformato e senza speranza nel quale il camminare o lo stare fermi saranno indistinti, un reale allegorico e crudelmente esposto nel quale neppure le lacrime hanno più senso perché ogni senso è perduto, ciechi e già morti, già morti in quanti ciechi, i sentimenti cambieranno e cosa diventeranno? Un governo di ciechi che pretende di governare i ciechi, senza futuro, ed è come se il presente non esistesse.
In un tale stato di ‘ normalità ‘ chi ancora ha la fortuna di vedere è costretto ad assistere all’ orrore che gli altri sentono in una condizione imperante e definitiva, si fanno anche dei voti, si pensa che si guarderanno gli occhi altrui credendoli anima o spirito mentre l’ unico sopravvissuto alla pandemia si farà ogni giorno sempre più cieco perché non avrà nessuno che lo possa vedere.
Questa la neo rappresentazione del mondo di “ Cecità’“, un microcosmo indistinto che si dibatte tra vero e presunto, realtà e distopia, una massa di individui senza nome con tratti e caratteri peculiari, visione estrema ed estremizzata di un incubo che si stenta a razionalizzare, situazione reale e paradossale rivestita di quotidianità presto soppiantata da una capacità di adattamento e di sovversione e dalla crudeltà propria dell’ umana specie.
C’è una cecità vera in una limpidezza di sguardi, una condizione di cecità spirituale e sentimentale ricoperta di finzione, egoismo, nichilismo, sterilità. Individualismo, feralita’, di tutti i vizi imperanti, la presunta malattia non è che l’ estremizzazione di un sentimento indistinto.
L’ incubo è visibile, reale, tra noi, la cecità palese, indigesta, molesta, esposta a una vita che pare inevitabilmente segnata…



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