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Vita in vendita
 
Vita in vendita 2022-06-18 09:03:52 68
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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68 Opinione inserita da 68    18 Giugno, 2022
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Svendita

Hanio, giovane aspirante suicida, ha fallito nel proprio tentativo di autoannientamento e, deluso dal proprio operato, decide di mettere la propria vita in vendita. D’altronde dove può portare una esistenza svuotata di senso, tra nichilismo aberrante e isolamento emozionale, contrari a qualsivoglia pulsione emozionale, convinti della assoluta mancanza di significato all’ interno di una socialità condivisa, rigettando ogni forma di bieco materialismo e senza un’ idea di futuro?
I compratori di certo non mancano, uomini d’ affari o gangster che siano, ma quali porzioni di storie raccontano o cercano di nascondere, chi sono realmente, un misto di sogno e realtà, e come si può indurre la fine agognata?
L’ annoiato protagonista, contravvenendo al senso insensato della propria esistenza, vorrebbe restare padrone del proprio destino, decidere di che morte morire ed essere pagato per questo, ignorando e negando la volontà altrui, neppure quando arriverà a pensare che la vita in fondo non è così aberrante, che è difficile morire, anche per mano di altri e che potrebbe spendere il denaro guadagnato in attimi di autentica felicità.
Ma allora quale il senso del proprio operato, come porsi di fronte alla libertà di non temere la morte, lui che è già morto una volta, liberato da qualsiasi responsabilità ed attaccamento nei confronti del mondo, condannato e quindi libero di osare?
Molteplici storie presentano losche figure, sagome indefinite, sfuggenti, lontane, donne misteriose, innamorate, intraprendenti, bugiarde, Hanio pare vittima e carnefice della sua stessa essenza, confuso tra desiderio di vita e di morte, affetto da un male di vivere che si inginocchia di fronte alla forza pulsionale e alla sacralità della vita stessa.
Tutto questo genera un cortocircuito in un romanzo che stenta a decollare ingrigito da una annoiata banalità, che pare ricercare consenso infarcendosi di teorie supreme.
I capitoli si susseguono, tra crudo realismo e sogni di grandezza negati, satira e sarcasmo, sogni e incubi ricorrenti, situazioni improbabili e paradossali accompagnate da una certa fretta espositiva, momenti slegati e distinti, intrecciati solo nell’ epilogo ma che lasciano un grande dubbio sulla profondità e sul senso dell’ opera intera, rammentando la profondità a cui l’ autore ci aveva abituati.

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Commenti

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Gianni, le tue recensioni sono sempre assai utili.
Pur avendo letto numerosi libri del famoso autore, non sapevo assolutamente che avesse scritto anche questo libro, che indubbiamente appartiene alla sua produzione minore, presumo al filone 'commerciale' .
In particolare, quanto scrivi nelle ultime sei righe basta a dissuadermi dal leggerlo. Meglio rileggere nuovamente qualche suo bel classico che ho già riletto : "Dopo il banchetto" , "Il padiglione d'oro" , "Neve di primavera".
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