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Ai prodromi di un grande scrittore
La breve vita di Robin è segnata da innumerevoli opportunità negate, non colte, non vissute. Il platonico amore idealizzato per Kate mai espresso e mai confessato se non a sé stesso, l’antica amicizia (?) per il vecchio compagno di studi con cui non ha più nulla da dirsi, l’indecisione perenne nel trasformare il rapporto con Apurna in qualcosa di più solido, la disillusione verso il suo avvocato Emma che per opportunismo muta la sua strategia difensiva dall’ingiusta accusa di pedofilia di cui Robin è accusato, l’incapacità di terminare una tesi per il dottorando che da 4 anni non vede scritta una sola riga, l’insicurezza con cui egli stesso accompagna i racconti che scrive fanno sì che la fine verso cui si avvia Robin sia irrimediabilmente segnata fin dalle prime righe del libro. In questo secondo romanzo di Coe ci sono tutti i prodromi del suo stile narrativo che faranno dello scrittore britannico uno dei più affermati narratori contemporanei. Ironia e umorismo alternati alla drammaticità della vita, l’attenzione alle politiche thatcheriane ed alle sue nefaste conseguenze sociali (anche se in questo romanzo sono molto sullo sfondo e poco esplicitate), l’intrecciarsi delle storie dei protagonisti che si intersecano tra loro sono tutti temi che faranno di Coe uno scrittore cult. Certo in questo romanzo sono temi appena accennati, ancora acerbi e che troveranno ben altro spessore nei romanzi successivi e ben più noti.
Ciononostante il libro è molto godibile con dei tratti di ironia che strappano più di un sorriso soprattutto nei racconti di Robin che i protagonisti, in momenti e per ragioni diverse, leggono. Il significato del titolo va, a mio avviso, ben oltre quello che lascia immaginare; in questo caso l’amore va declinato nella sua accezione più ampia oltre quello dell’uno verso l’altra/altro.
Comprensione, attenzione, tolleranza, rispetto dell’altro, credere e “ascoltare” ciò che il prossimo ha da dirci; ecco se solo qualcuno di questi sentimenti, di queste pulsioni fosse stata espressa nei confronti di Robin forse l’epilogo della storia sarebbe stato diverso.
Un libro che va letto soprattutto per chi non conosce Coe e vuole approcciare uno scrittore piacevole, godibile ma, al tempo stesso, attento e critico osservatore della sua (e nostra) contemporaneità.