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Lo sgretolamento di una famiglia
Judd è la voce narrante che ci racconta della sua famiglia, della casa da fiaba in cui vivevano e della caccia alla cerva di notte ("prendere la mira, premere il grilletto e uccidere"): è un preludio triste che propaga tensione nel lettore per la rabbia in quel gesto che in realtà non compie, ma carico di simbologia.
Sin da subito si percepisce che è "quell' evento" che cambierà per sempre i membri della famiglia, che sgretolerà quelle certezze su cui poggiavano le loro vite, che frammenterà gli animi inquieti e che li allontanerà l'uno dall'altro, sempre di più.
Si tratta di Marianne, giovane ragazza e sorella di Judd: solo a pag. 177 viene nominata la parola "stupro" non pronunciata prima, ma fatta intendere attraverso frasi scritte in carattere diverso che riflettono i pensieri nascosti dei vari personaggi. Il refrain ricorrente è "quella cosa", innominabile per la dignità che occorre preservare, o per il timore di sentirla pronunciare. "Quella cosa" avrà conseguenze devastanti per tutti: per la vittima, allontanata dalla famiglia e da se stessa, per i due fratelli Judd e Patrick che diventano complici nel mettere a punto la loro vendetta, per i genitori, così rigidi e inaffettivi.
Una famiglia, solo apparentemente serena, che si sgretola e si disperde poiché non conosce l' amore e il perdono: ciò che conta, in questa piccola città americana, è l'opinione degli altri e delle loro chiacchiere.
Il capitolo più toccante? "Lacrime" a pag. 347 in cui le lacrime salate diventano rivoli ghiacciati fuori al freddo, mentre Marianne rastrella le foglie o spala la neve.
Una scrittura magistrale quella della Oates, che incanta, che rende la narrazione fluida, scorrevole e così piacevole, da leggerlo in breve tempo.
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Della notissima autrice ho letto ben poco, ma recentemente con "L'età di mezzo" si è riaccesa la curiosità per i suoi libri.