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Colpevolezza e non colpevolezza dell'essere umano
«Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, non si arreca loro danno fisico e quello verbale va evitato il più possibile, sebbene loro non ricambino quest’ultima attenzione.»
Chi già ha letto di Javier Marìas, o che già conosce le sue opere, sa di trovarsi davanti a un grande scrittore. Berta Isla è solo uno dei tanti scritti che lo caratterizzano e definiscono. Con “Tomàs Nevinson” (Einaudi, 2022), egli realizza una sorta di sequel di Berta Isla, uno scritto in cui il focus si focalizza in particolar modo sul terrorismo basco, l’Ira e l’ETA. Il fulcro è dunque incentrato e concentrato su quelli che sono stati gli anni bui che hanno coinvolto i paesi della Spagna, Irlanda del Nord e dell’Ulster.
I fatti sono narrati in prima persona, descritti da un protagonista che con chiaro incedere accompagna il lettore pagina dopo pagina per l’intero scritto.
Da qui l’agente segreto Tomas Nevinson, bilingue e dalla doppia personalità, madrileno per nascita ma inglese per formazione e segreta professione, torna a Madrid. È qui che vede la moglie Berta e i due figli Guillermo ed Elisa. Incontri saltuari e occasionali che alterna con il lavoro all’ambasciata. È l’Epifania del 1997 quando sopraggiunge una telefonata in cui il suo ex capo, Tupra, lo richiama al servizio. Per un favore personale dovrà raggiungere il Nord Ovest e con l’identità di Miguel Centurion, insegnante d’inglese, dovrà osservare e conoscere tre donne, una delle quali è una agente dormiente del terrorismo, una donna colpevole di crimini atroci che lui dovrà uccidere dopo averla identificata.
Si tratta soltanto di sei mesi e poi potrà tornare alla sua vita normale, alla sua quotidianità. Tuttavia i dubbi non mancano di prendere il sopravvento. Stabilitosi a Ruan, città così chiamata nell’opera, conosce Celia, Maria e Inès. L’unica single è Inès e con questa intraprende una relazione sentimentale. Sono tutte molto diverse tra loro.
Ad arricchire la narrazione i molteplici riferimenti letterari e le riflessioni filosofiche sottese. Cosa farà Tomas? Una volta scoperta l’identità della terrorista, porterà a termine la sua missione? Oppure la lascerà vivere? Chi è lui per uccidere? Sarà capace di colpire a morte una donna benché colpevole? Chi ha avuto l’occasione di uccidere Hitler, si chiede ancora, e non lo ha fatto, a sua volta è colpevole? Come il principio si applica per l’una si applica anche per l’altro.
Tanti gli interrogativi che accompagnano queste pagine e che portano il lettore a interrogarsi e riflettere su tematiche profonde che acquistano forza e autorevolezza. Ed è da qui che emergono le emozioni di uno scritto intenso e tormentato, di un testo diverso dal precedente “Berta Isla” ma che dal suo canto ha una capacità evocativa e narrativa forte e pungente.
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Dell'autore ho letto solo "L'uomo sentimentale", ma mi è bastato per capire la qualità dello scrittore.