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Il buio oltre la siepe
 
Il buio oltre la siepe 2022-05-29 13:50:59 saby
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saby Opinione inserita da saby    29 Mag, 2022
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la legge NON è uguale per tutti

Il pregiudizio dove nasce… da qualcosa che conosciamo realmente o è solo un idea indiretta che crediamo di conoscere?
Nel profondo sud degli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, campagne di resistenza civile da parte della popolazione afroamericana, diedero inizio al “movimento dei diritti civili degli afroamericani” con il boicottaggio degli autobus a Montgomery nato grazie a Rosa Parks che si rifiutò di lasciare il posto ad un bianco, e le Marce per i diritti di voto da Selma a Montgomery in Alabama ed è proprio in Alabama a Maycomb che Harper Lee ci racconta la dolorosa vicenda di Tom Robinson, afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. La storia è raccontata attraverso gli occhi della piccola Scout, una bambina tutto pepe, estremamente curiosa che si diverte con giochi avventurosi insieme al fratello Jem più grande di lei, rifiutando di comportarsi come una fanciulla di buona famiglia, figlia dell’avvocato Atticus Finch, uomo onesto e caparbio, che cerca di crescere i suoi figli con affetto, cercando di colmare il vuoto della perdita della loro mamma, ma soprattutto facendo capire loro il diritto all’uguaglianza, insegnando a non arrendersi mai e battersi sempre per una giusta causa. Sarà nominato dal giudice come difensore, farà di tutto per dimostrare l’innocenza e l’estraneità dei fatti di Robinson, ma dovrà scontrarsi con una comunità fortemente razzista e piena di pregiudizi, che lo disprezza e lo considera “Negrofilo”. Vincitore del premio Pulitzer nel 1960, con un rifacimento cinematografico con Gregory Peck, pellicola di grande successo e vincitore di tre premi Oscar, è un romanzo che coinvolge e trascina nella vicenda come il lungo passaggio che narra il processo a carico di Tom Robinson, l’incalzante arringa dell’avvocato Finch, che cerca di far emergere dal buio dell’ignoranza una giuria intollerante con prove lampanti sull’integrità del suo assistito, ma soprattutto le sensazioni descritte da Jem di solo dieci anni, che insieme a Scout decidono contro il volere del padre di assistere in tribunale, scoprendo un mondo ingiusto e pieno di inganni, si ha la sensazione di partecipare realmente al quel processo, tenendo il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. In queste pagine è impossibile non indignarsi, per come è considerata “razza inferiore” dove la legge non è uguale per tutti, dove il colore della pelle è visto come colpevolezza. Lasciando una lezione di vita, si teme solo qualcosa che non conosciamo, l’ignoto e la paura generano il pregiudizio.

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