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Triste, ma senza essere patetico
Premetto che nell'attribuire un punteggio mi sono tenuta di manica più larga di quanto in genere faccio con questo tipo di romanzi, perché mi ha stupita. Mi aspettato il solito libro strappalacrime, infarcito di luoghi comuni e che ci rappresentava una donna rendendola patetica. In alternativa qualcosa di fintamente giocoso, dove un evento inaspettato, come un colpo di spugna faceva sparire tutto il dolore causato dal lutto. Invece ci ho trovato poco di tutto questo e in alcuni piccoli dettagli mi ci sono anche ritrovata, il che mi ha permesso di sviluppare una certa empatia con questa donna. Detto questo, non si tratta certamente di un grande romanzo e non ha neppure la pretesa di esserlo. Ci parla di elaborazione del lutto, un tema alquanto complicato, visto che ognuno lo fa a modo suo. E in questo è certamente creativa Amande, che prova tutte le strade che le si aprano davanti, poi si arrende per un po', ma una sciocchezza qualsiasi la fa illudere che valga ancora la pena vivere e allora ci riprova, e poi di nuovo cade, insomma quello che è successo a tutti dopo un grande dolore. Se un merito è da attribuire a questo romanzo è di essere credibile, anche se probabilmente non del tutto realistico. E' qualcosa di giustamente ottimista come ci promette la copertina piena di fiori, ma senza prospettare degli obiettivi difficilmente raggiungibili, ma solo quelli possibili e nei tempi che servono.