Dettagli Recensione
Una perla da scovare
William Saroyan è uno di quegli scrittori ai quali arrivi quasi casualmente, leggendo libri su libri, che a volte ti guidano verso perle nascoste che difficilmente avresti scovato diversamente. Almeno, è stato così per me. La lettura de “La commedia umana” mi è stata infatti “suggerita” da Ray Bradbury, in uno dei racconti contenuti in “Ricordare Parigi”, dove la lettura dei libri di Saroyan ha un effetto benefico su uno dei protagonisti, rendendolo un uomo migliore. Ecco come sono arrivato a leggere questo libro, e la sua somiglianza - sia nella struttura che nella tipologia di racconto - con “L’estate incantata” dello stesso Bradbury, oltre ad essere una piacevole scoperta mi fa pensare che probabilmente il caro Ray abbia preso spunto proprio da Saroyan per scrivere uno dei suoi più grandi capolavori, superando il suo “maestro”. A prescindere da questo, “La commedia umana” è comunque un libro bellissimo, che nella sua semplicità riesce a regalarci tratti di grande poesia e profonda riflessione.
Così come Green Town, la Ithaca disegnata da Saroyan è popolata di personaggi meravigliosi, che riusciranno in brevissimo tempo a farsi spazio nel cuore del lettore: come resistere infatti alla muta curiosità del piccolo Ulysses? ai dubbi che delineano il passaggio all’età adulta di Homer? alla bontà e l’empatia di Spangler e alla genuinità del telegrafista, Grogan? Non si può.
Il romanzo è diviso in 39 piccoli capitoli: tutti raccontano una piccola storia, si soffermano su un breve episodio o su una particolare riflessione che poi va a comporre quello che è l’affresco di Ithaca, una cittadina che si vede privata di alcuni dei suoi giovani (partiti per combattere in guerra) mentre coloro che sono rimasti si affannano per tenere in piedi una sorta di normalità, nella speranza che “il telegramma di morte” non arrivi mai. Lo stesso Homer Macauley è una delle piccole grandi figure che si affannano per tenere in piedi la propria vita e quella dei propri cari: suo padre è morto e suo fratello Marcus è partito per la guerra, perciò a soli quattordici anni si ritrova ad essere “l’uomo di casa”, a dover badare a sua madre, sua sorella e al suo piccolo e irresistibile fratellino Ulysses. È per questo motivo che comincerà a lavorare all’ufficio del telegrafo insieme al direttore Spangler e al telegrafista Grogan, che subito noteranno le sue spiccate qualità, umane e fisiche. Homer si rivela il messaggero più veloce di Ithaca, ma spesso quei messaggi che si ritrova a portare sono messaggi di morte che, seppur “l’ambasciator non porti pegno”, lo faranno spesso sentire in colpa e finiranno per insinuare in lui un pensiero spaventoso: e se un giorno si ritrovasse tra le mani un altro di quei freddi messaggi, che tuttavia annunci la morte del suo amato fratello?
Un romanzo che riesce in certi tratti ad emozionare e contiene brani meravigliosi, da leggere e rileggere. Non siamo ai livelli de “L’estate incantata”, ma se quest’ultimo vi è piaciuto vi consiglio assolutamente di leggere anche “La commedia umana”.
Anzi, ve lo consiglio a prescindere.
“Pensavo che un ragazzo non dovrebbe piangere più, una volta cresciuto, mentre sembra quasi che sia proprio quello il momento di cominciare, perché è allora che apre gli occhi.”
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Commenti
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sono contento di averti suscitato curiosità: secondo me questo libro è davvero degno di nota e anche molto piacevole da leggere. Però mi sento di dirti: comincia con "L'estate incantata", che è un capolavoro assoluto.
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Ho però in lista "L'estate incantata" che tu citi.