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Il cacciatore di aquiloni
 
Il cacciatore di aquiloni 2022-05-01 10:08:13 Clangi89
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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    01 Mag, 2022
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C'è un prima e un dopo, sempre

Leggere il cacciatore di aquiloni tocca le corde del cuore. Hosseini ci trasporta in una terra, l'Afghanistan, prima dalla tempesta di guerre violente, a partire dalla seconda metà degli anni '70.
Il giovane ragazzino, Amir, vive nella Kabul dei privilegiati, cresce senza madre, con il padre Baba ricco e prosperoso. La villa ha ben due servi, Ali e il figlio Hassan, dal labbro Leporano, gli occhi a mandorla ed il viso da bambola. Intimi amici di Baba, il cui amore è causa delle gelosie di Amir.
Il nostro protagonista studia e sa leggere ma tutti i pomeriggi dell'infanzia trascorrono nei giochi con Hassan. Molte le scorribande, le gare di aquiloni e le merende con l'amico Hassan, analfabeta ma che lo ama senza limiti.
L'infanzia però cessa velocemente, le prime guerre e una grossa colpa che macchia l'animo di Amir fa chiudere il sipario dell'amicizia fraterna. Baba è sconvolto della irreparabile rottura, tiene molto ai due servi ma il destino èsegnato.
Nell'arco di pochi anni Baba e Amir diventano profughi, fuggono  con molte difficoltà a San Francisco. Dalla ricchezza di Kabul alla vita umile negli Usa, dalle feste sfarzone, alla vendita di oggetti nel mercatino delle pulci.
Amir cresce, il padre muore e la vita segue un evolversi inatteso che lo riporta alle radici afgane, tra segreti scoperti e molta sofferenza.
La guerra ed i talebani hanno trasformato la terra che conosceva da bambino. Le brutture, la sofferenza, la distruzione, gli orfani sono ovunque.
La devastazione dei luoghi arriva fino al cuore dei bambini afgani, in special modo in Sohrab, figlio di Hassan ed orfano di entrambi i genitori.
Un amore che nasce timidamente, fatto di silenzi e sofferenze nella non facile adozione del bambino. Un racconto intenso e che fa riflettere su cosa lascia la guerra, sullo strascico di desolazione fisica, morale ed etica nelle persone, senza scampo.
Mi sono posta molte domande su una terra poco conosciuta, per me. Mi sono infatti imbattuta in una lettura chiara, scorrevole e dilaniante che sfiora molti sentimenti umani. Dall'amore, all'abbandono, alle menzogne, alla malattia, alla lotta. Non c'è un bianco né un nero ma sfumature che avvolgono la realtà deturpata che viene descritta.

"C'è  un solo peccato. Uno solo. Il furto. Ogni altro peccato può essere ricondotto al furto. Se uccidi un uomo gli rubi la vita. Rubi il diritto di sua moglie ad avere un marito, derubi i suoi figli del padre. Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla verità. Se imbrogli, quello alla lealtà. Capisci?"

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Consigliato a chi ha letto...
Consiglio anche MILLE SPLENDIDI SOLI del medesimo autore. Per rimanere in questi temi ma in luoghi diversi, consiglio OGNI MATTINA A JENIN.
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