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Toshikazu Kawaguchi anche basta
Toshikazu Kawaguchi torna per la terza volta a raccontare storie di uomini e donne che, tramite la "magica" seduta presente in un piccolo caffè (questa volta non a Tokyo, ma) nel cuore di Hakodate, viaggiano avanti o indietro nel tempo per i più svariati motivi, generalmente per risolvere questioni in sospeso con i loro familiari.
Che dire? Io capisco tutto: il successo del primo romanzo, l'apprezzamento del secondo, ma adesso direi che forse è il caso di mettere un punto.
Il format della saga, in realtà, si presta a un numero potenzialmente infinito di sequel, poiché la trama verticale, ossia le vicissitudini riguardanti i personaggi ricorrenti, si sviluppa pochissimo in ogni volume, dunque bastano tre o quattro storie di persone con conflitti irrisolti ed è facile consegnare all'editore un nuovo volume. Ma qual è il senso? Qual è la novità? Nessuno e nessuna. Dunque, dopo aver letto piacevolmente il primo e, più o meno aver gradito il secondo, questo terzo libro l'ho trovato insulso e piatto, nonostante l'abbia ascoltato su Audible e non letto. Probabilmente il romanzo cartaceo ci avrei messo una vita a finirlo, ma le lunghe passeggiate con il cane mi hanno aiutato a lasciarmi trascinare passivamente all'interno dei quattro macro racconti che compongono "Il primo caffè della giornata".
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