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"Inabili alla morte"
La Cripta dei Cappuccini, a Vienna, è il luogo di sepoltura dei sovrani asburgici. Il titolo del libro quindi risulta fortemente emblematico. Siamo introdotti infatti nella Vienna imperiale, ma all'apice della decadenza, con la sua 'gioventù bruciata', rampolli della società privilegiata di "scettica leggerezza" e "arrogante dissipazione", portatori inconsapevoli, per pigrizia, dell'imminente rovina.
L'Io-narrante è un Trotta imparentato con la famiglia dell'"eroe di Solferino" . Un romanzo dunque quasi in continuità di "La marcia di Radetzsky" dello stesso J. Roth.
"Era di moda allora, poco prima della grande guerra, una beffarda arroganza, una fatua professione di cosiddetto 'decadentismo' , di stanchezza immensa, mezzo simulata, e di noia senza motivo" . Gente insomma che ballava sul Titanic mentre affondava.. "La morte incrociava già le sue mani ossute sopra i calici dai quali" bevevano.
Erano giovani venuti su troppo viziati nella Vienna incessantemente nutrita dai paesi della Corona", e anche della guerra non sapevano nulla, così infarciti da quello che chiamavano 'senso dell'onore' col "fratello suo, il rischio".
Si tratta di un romanzo molto bello, una delle perle della letteratura mitteleuropea. Un libro di allarmante attualità, benché in un contesto assai diverso dal nostro.
Un percorso verso la consapevolezza ; triste risveglio in cui i reduci stessi si sentono "una generazione votata alla morte, che la morte aveva sdegnato" .
Indicazioni utili
letteratura mitteleuropea
Commenti
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Letto proprio di recente. La prosa di Roth mi è piaciuta moltissimo!
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