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Cacchio! Come mi piacerebbe essere poeta!
«Ebbene, questa è una metafora». «E perché, se è una cosa così semplice, ha un nome così complicato?». «Perché gli uomini non hanno nulla a che vedere con la semplicità o la complessità delle cose. Secondo la tua teoria, una cosa piccola che vola non dovrebbe avere un nome lungo come farfalla. Pensa che elefante ha lo stesso numero di lettere di farfalla, ed è molto più grande e non vola», concluse Neruda esausto. Con un ultimo scampolo di energia gli indicò la rotta per la caletta. Ma il postino ebbe la baldanza di dire: «Cacchio! Come mi piacerebbe essere poeta!».
La storia di questo libro è arcinota grazie al film di Michael Radford.
Mario Jiménez, giovane pescatore abitante di Isla Negra (Cile) decide di cambiare mestiere e di diventare postino. L'unico a ricevere corrispondenza in questa piccola isola di pescatori è il poeta Pablo Neruda, che ben presto diventerà il centro della vita lavorativa e dei pensieri del giovane Mario, ossessionato dall'idea di diventare amico del vate, come lo chiama lui.
120 pagine circa che si leggono tutte d'un fiato, impossibile staccarsi prima della fine. Un libro dolce e a tratti anche divertente, specialmente nei primi timidi approcci che Mario tenta di avere con il poeta. Impossibile leggere le avventure del giovane postino senza pensare a Massimo Troisi, scomparso 12 ore dopo aver terminato le riprese del film, che tra l'altro gli valse una nomination all'Oscar.