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Finzione o realtà?
“A pensarci bene, io non so niente di te sai? Be', qualcosina sì. Ho letto i tuoi libri. Ma non è molto. È difficile conoscere una persona stando in una sola stanza. Tanto varrebbe che ce ne stessimo rintanati in una soffitta come la famiglia di Anna Frank”.
Uno scrittore (molto somigliante a Roth) e una donna sono amanti, senza volerlo ci troviamo spettatori dei loro dialoghi durante i loro incontri. Una stanza e due persone, che lì possono sentirsi liberi di dire quello che vogliono e di farsi conoscere come credono.
“Inganno” è un libro difficile da inquadrare non per la comprensione generale del testo ma per la trama. Non siamo davanti a un romanzo ma a frammenti di dialoghi che pezzo dopo pezzo ricostruiscono la storia, ma sono davvero molte le volte che mi sono sentita un po' spaesata.
La somiglianza fra l'autore e il suo protagonista rende il libro ancora più interessante. Da qui nasce anche una domanda..quanto di loro gli autori mettono nei propri libri?
“Non accetto di essere messo in questa posizione! È troppo assurdo! Mi rifiuto! Non puoi impedirmi di scrivere ciò che scrivo per semplici e ridicoli motivi di ordine psicologico, perché io stesso non posso impedirmelo! Io scrivo ciò che scrivo nel modo in cui lo scrivo e, se e quando questo dovesse accadere, pubblicherò quello che pubblicherò nel modo in cui lo vorrò pubblicare, e non ho nessuna intenzione di cominciare adesso a preoccuparmi di cosa la gente potrà travisare o capire male!”.
Non il miglior Roth ma non sono pentita di averlo letto, mi ha fatto riflettere e gli interrogativi finali sono rimasti..chi ha ingannato chi?!?
Buona Lettura!
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