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Fuoco amico
 
Fuoco amico 2022-02-20 11:10:06 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    20 Febbraio, 2022
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Duetto

Yaari e Daniela sono una coppia di mezza età molto affiatata e complice. Ma per la festa di Hanukkah, diversamente dalle loro abitudini, trascorreranno qualche giorno lontani: lei andrà in Tanzania, a trovare il cognato e lui rimarrà in Israele ad occuparsi di figli, nipoti e dell’anziano padre, oltre che proseguire il lavoro di ingegnere costruttore di ascensori.

Daniela ha deciso di partire da sola per vivere più intensamente il dolore per la perdita dell’amata sorella, avvenuta da alcuni mesi. Il cognato, Yirmiyahu, non solo non vuole tornare a vivere in Israele, ma è deciso a tenersi lontano da tutto ciò che gli ricordi il suo essere israeliano. Qualche anno prima infatti suo figlio è stato ucciso durante un’azione nei territori occupati; rimasto vittima di “fuoco amico” da parte del suo stesso esercito.

Seguiamo quindi Yaari e Daniela in un vivace alternarsi di brevi narrazioni che costituiscono una specie di duetto, in grado di ricomporre il loro stare lontani fisicamente in un continuo scambio di pensieri.

Mentre Daniela comprende a poco a poco il punto di vista del cognato, senza comunque arrivare a condividerlo, Yaari a casa cerca di prendersi cura di tutte le generazioni che formano la sua famiglia, tutti bisognosi, ciascuno nel suo modo specifico, delle amorevoli attenzioni dell’uomo. Intanto è inverno in Israele e il vento entra nel vano ascensore di un grande palazzo, provocando dei suoni angoscianti. Sarà un difetto di fabbricazione dell’ascensore oppure riguarderà un errore nella costruzione dell’edificio? Yaari, in quanto proprietario dell’impresa di ascensori, cerca di capire l’origine di questi strani suoni e risolvere il problema.

“Fuoco amico” è un romanzo denso di significato, richiede una lettura calma e ragionata. Solo apparentemente è la narrazione delle vicende quotidiane riguardanti la famiglia di una coppia di israeliani di mezza età; in realtà l’autore, attraverso la sua scrittura lieve e impreziosita di leggera ironia, sta cercando di interrogarsi sull’identità del suo popolo e sull’utilità di certe scelte politiche che sono state attuate facendo pagare un caro prezzo a moltissime persone, anche israeliane.

Mentre il vento invernale si insinua nel vano dell’ascensore di un grattacielo e provoca come dei lamenti angoscianti che tacciono solo con il calmarsi del vento. In ebraico “ruach” significa vento, ma anche spirito.





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Commenti

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Gran bella presentazione, Chiara. Per me, una segnalazione.
In risposta ad un precedente commento
Chiara77
23 Febbraio, 2022
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Grazie Emilio, penso che potrebbe piacerti.
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