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Cosa c'è di unico ed inimitabile in un cuore umano
Come si recensisce un libro introspettivo come "Klara e il Sole"? Non è facile, questo è sicuro. In questo romanzo Ishiguro torna a porsi ed a far porre al lettore domande esistenziali, così come fu nello splendido "Non lasciarmi", e lo fa attraverso una storia che - per chi come me ama leggere i libri a scatola chiusa, senza conoscere la trama - si sviluppa piano piano senza capire che piega prenderà. Inizialmente facciamo la conoscenza di Klara: non capiamo subito cosa sia, ma ne percepiamo la non umanità. Proseguendo nella lettura, scopriamo che Klara è un A.A., ossia una robot alimentata ad energia solare programmata per diventare una sorta di animale da compagnia più sofisticato. Eh già, perché la società in cui vive, sebbene simile a quella contemporanea, è in realtà molto alienante. Gli adolescenti più meritevoli vengono potenziati e ricevono un'istruzione domiciliare in vista del college, non escono con gli amici e, in generale, non hanno rapporti con i coetanei, con i quali passano del tempo soltanto in occasione dei cd. "incontri di interazione", delle serate organizzate appositamente, come dice lo stesso termine, per far interagire tra loro i ragazzi. Le veci degli amici per i ragazzi potenziati, insomma, le fa l'androide personale.
Tra quelli presenti nel suo negozio, Klara svetta per la sua sensibilità, la sua capacità di osservazione e di comprensione della realtà che la circonda, oltre che per la sua fiducia incondizionata nel potere benefico del Sole. Queste sue qualità la rendono speciale e, anche se non è l'ultimo modello uscito, spingono la piccola e fragile Josie ad innamorarsi di lei a prima vista ed a convincere l'algida madre a portarla a casa con loro. E' proprio quest'ultima, così fredda nei confronti di Klara, a farle nel corso della storia delle richieste inquietanti e all'apparenza incomprensibili... Non intendo svelare altro della trama, perché ritengo che il valore aggiunto della mia esperienza di lettura sia stato proprio lo scoprire pian piano cosa sarebbe successo e non avere idea di dove il libro sarebbe andato a parare.
Quasi superfluo menzionare lo stile superbo di Ishiguro, altrettanto inutile dire che questo libro ti entra dentro e lì rimane per un bel po'.
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