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Tomas Nevinson
 
Tomas Nevinson 2022-02-09 23:12:37 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    10 Febbraio, 2022
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Solo il primo passo costa

Ritorna Tomàs Nevinson, uno dei personaggi più tormentati di Marias, che avevamo già conosciuto come marito di Berta Isla e che ci era apparso drammaticamente prigioniero della sua solitudine, alla ricerca costante di quella identità che aveva smarrito nel momento in cui era entrato a fare parte dei servizi segreti.
Dopo un breve periodo di inattività, riallacciato un tenue rapporto con la moglie tanto a lungo trascurata, Tomàs riprende, riluttante la sua attività con il compito di individuare tra tre donne segnalategli, la responsabile di feroci attentati dell’Ira e dell’Eta. Tutto il romanzo, dunque, si articola sulle più appropriate e profonde riflessioni sulla funzione e l’utilità dell’azione degli agenti segreti, senza trascurare considerazioni di carattere etico. È inevitabile che chi si dedichi a questa attività viva in un perenne stato di guerra, in un tempo di pace apparente, nel timore di essere scoperto. Se le azioni da compiere appaiono inizialmente feroci e spietate, con l’andare del tempo l’assuefazione semplifica le cose. “Solo il primo passo costa”, è una frase ricorrente nel romanzo, frase che evoca l’immagine dei primi passi del neonato. L’agente, dunque, vive in uno stato di perenne insicurezza, proprio perché si trova a dover affrontare spietati assassini che non esitano spesso a compiere stragi di massa.
Non di rado è necessario mettere da parte ogni scrupolo morale, non farsi domande. Ed è questa la parte più interessante del romanzo di Marias, che ha creato un personaggio, Tomàs, appunto, che si pone il problema di quanto sia lecito oltrepassare se non addirittura ignorare i limiti della morale sia pure spinti dal convincimento di agire per il bene della comunità. È morale accettare l’idea del tradimento, è morale insinuarsi nella vita degli altri, violarne la privacy, uccidere freddamente laddove si ritenga che sia necessario? Se è vero che di fronte al terrorismo non si può rimanere impassibili, perché non si possono ignorare vittime innocenti, qual è il limite che si deve rispettare? Quesiti a cui lo stesso Marias non dà una risposta definitiva e Nevinson, l’uomo senza certezze, che si era già rassegnato a vivere senza speranze, è l’espressione più significativa del dilemma che affligge chi opera conservando vivi nella propria coscienza la differenza e il limite tra il bene e il male.

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Commenti

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Ciao Anna Maria. La tua bella recensione ci aggiorna su quanto viene pubblicato di nuovo da questo autore. Io ho letto soltanto "L'uomo sentimentale" , ma ho subito capito il livello della sua scrittura. Sono pertanto interessato ai libri, ormai numerosi, che sono stati tradotti.
Ciao Emilio. Tutti belli e impegnativi i libri di Marias. Una lettura che arricchisce certamente.
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