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Vai. E’ ora. Non aver paura.
Max è un bambino autistico, ha nove anni e frequenta la terza elementare.
Budo è il suo amico immaginario e ha cinque anni. E’ lui il narratore di questa storia simpatica e accattivante.
Non è come gli altri amici immaginari, perché Max ha grande fantasia e lo ha voluto come un bambino vero, con braccia, gambe, faccia. Tutto ciò che Max pensa, lui lo percepisce, nessuno lo conosce bene come lui. Ed è grazie a Budo se Max riesce a fare cose che i genitori neanche sospettano.
Rifletto su quanto sia importante spingersi ad agire, quanto voglia dire essere sostenuti e incoraggiati, e cosa può significare questo per un bambino con le sue paure e insicurezze.
Le giornate vengono scandite dai ritmi scolastici e dall’insegnamento di maestre eccezionali, come la maestra Gosk tanto amata da Budo e Max: lei si che sa far bene il suo lavoro. Ha imparato l’importanza di far ridere i suoi piccoli alunni, gli vuole sinceramente bene e si prende cura di loro. Ha a cuore ciò che fa. E’ molto diversa dalla maestra Patterson…
Budo è simpaticissimo. È l’amico che tutti abbiamo sognato di avere o forse abbiamo avuto.
Max non è come gli altri bambini. Non ama ciò che in genere gli altri bambini amano. Ad esempio non ama ridere. Ciò non significa che per lui non ci sia nulla di divertente, è che le cose buffe non sempre le capisce. Per lui battute e scherzi non hanno senso, perché dicono una cosa e ne vogliono dire un’altra. E questo lo confonde. Quando una parola assume significati diversi lui non riesce a scegliere il significato giusto.
Mi ha fatto riflettere sull’ovvio delle cose, o sulle cose che ci sembrano ovvie ma che ovvie non sono, se non per noi. L’ovvio degli altri spesso non lo consideriamo, perché non lo vediamo.
"Max vive quasi tutta la sua vita dentro sé. Quel dentro grande e bellissimo che una volta ha immaginato me."
E’ il bambino, come dice Budo, più coraggioso del mondo.
Durante la lettura, che è proseguita con grande rapidità, ho giudicato il romanzo prolisso, fin troppo meticoloso nelle descrizioni, finché non sono stata illuminata dal grande messaggio di coraggio e speranza che possiede. Max è attanagliato dalla paura, è bloccato, ma capisce che deve agire, stupendoci.
La narrazione mi ha lasciato un grande insegnamento e una grande gioia.
È un racconto sulla capacità che ciascuno ha e che non pensa di avere, sulla fiducia che possiamo trovare in noi stessi. Sulla forza recondita.
Con un linguaggio semplicissimo ma mai banale, molto adatto ai bambini, durante la lettura ho quasi sempre sorriso, ho temuto quando Max si è trovato in seria difficoltà, ed ho pensato che l’autore forse ha vissuto una esperienza diretta. Chissà.
Vicissitudini si rincorrono fino a un finale sorprendente e che seppur ovvio non può definirsi scontato, ulteriore bravura che i grandi autori hanno.
Ciao Budo, ciao Max, e benvenuti.
Buone prossime letture.