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Never Let Me Go
“Non lasciami” è il terzo libro di Ishiguro che leggo, dopo “Quel che resta del giorno” che per me è un capolavoro, ho letto “Klara e il sole” e infine questo.
“Klara e il sole” e “Non lasciarmi” per me hanno due cose in comune, la prima è il tempo, ho impiegato tantissimi giorni a finire entrambi, poche pagine alla volte per vedere la fine; il secondo punto è il messaggio, entrambi i libri sono forti e lasciano delle sensazioni e degli spunti di riflessione che tuttora mi accompagnano. Capisco perché molti lettori sono stati contenti del suo ultimo lavoro perché chi è riuscito ad apprezzare questo libro amerà anche l'altro.
Posso dire di aver faticato, deciso più volte di abbandonare il testo ma sentivo che dovevo arrivare fino in fondo e so di aver fatto bene. La consapevolezza e la portata del messaggio dell'autore danno davvero da ragionare.
Siamo in Inghilterra e nel collegio di Hailsham vivono diversi bambini fra cui anche Kathy, Ruth e Tommy. Non hanno famiglia ma hanno dei bravissimi tutori che gli ricordano che sono degli “studenti speciali” che un domani diventeranno degli assistenti e dei donatori. La loro vita ruota tutta intorno al collegio e alle relazioni fra loro. La scuola è particolare ed ha un solo obiettivo, ma i bambini saranno pronti ad affrontarlo? Saranno stati adeguatamente preparati per la vita che li aspetta? E soprattutto è giusto quello che hanno fatto a loro?
Il libro è lento, ricco di descrizioni e di scene che sul momento pensi siano inutili, pesanti e fuori tema, ma poi l'autore ti prende per mano e ti porta a vedere oltre, a vedere con i loro occhi.
Ishiguro ha coraggio e non si nasconde. Le sue parole toccano l'anima e ti portano a riflessioni che senza la sua penna non avresti affrontato. Ti fa riflettere, ti fa indignare ma soprattutto ti rende consapevole.
Un libro che non è facile, anche se ho apprezzato di più “Quel che resta del giorno”, non posso negare l'importanza di questa lettura. Lo stile è inconfondibile e il messaggio pure.
“È un lento, musica d'atmosfera, tipicamente americano, e c'è quel verso che si ripete quando Judy canta: “Non lasciarmi...Oh, tesoro,...Non lasciarmi....” Avevo undici anni allora, non avevo molta dimestichezza con la musica, ma quella canzone, be', ne rimasi affascinata. Continuavo a riavvolgere il nastro esattamente nel punto dell'inizio, in modo da poterla ascoltare ogni volta che me se ne offriva l'occasione.”
Buona lettura.
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Federica
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