Dettagli Recensione
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una K di dolore
Tre romanzi scritti in periodi diversi e raccolti in un'unica fantastica opera: "La trilogia della città di K." è uno di quei libri che, a mio modestissimo parere, è peccato mortale non leggere.
La prosa tagliente, asciutta ed efficace ci immerge in un primo capitolo ("Il grande quaderno") di rara durezza e crudeltà, in cui i giovani protagonisti raccontano il mondo circostante con implacabile distacco, accettando la violenza ed il sopruso come la normalità ed imparando ad usare queste deleterie armi per raggiungere gli obiettivi preposti. Un fardello immane che si porteranno nel futuro, vivendo esistenze distorte come efficacemente esposto nel segmento successivo ("La prova"). A seguire Kristof, con un colpo di classe inaspettato, ribalta ogni percezione e rielabora il punto di vista utilizzando una lente d'ingrandimento adulta, seppur attendibile fino ad un certo punto in quanto forgiata in un contesto corrotto.
L'assenza di qualsivoglia edulcorazione ed il nulla emotivo in cui Lucas e Claus crescono rende conseguenza logica lo scenario maturo presentato dell'autrice, abile a partire da situazioni vissute sulla propria pelle (l'invasione tedesca in Ungheria, l'esilio in Svizzera) per dare sfogo ad un romanzo in cui la rabbia pronta a deflagrare in modo iperbolico viene celata sotto la coltre obnubilante dell''indifferenza. Il terzo romanzo ("La terza menzogna") si erge quindi a chiave di lettura imprescindibile, in cui la realtà dei fatti viene esposta senza più filtri infantili o fantasie distorte, lasciando ancora una volta il lettore a bocca aperta.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |