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QUANDO NULLA ACCADE
È difficile raccontare di vite inutili, storie vuote, persone ignave, situazioni rafferme. Némirovsky ci riesce, toccando picchi di eccelsa letteratura. E ciò accade, poiché questa autrice ha la rara capacità di intercettare sentimenti, dinamiche familiari e amorose, pensieri appena abbozzati, che spesso sfuggono alla percezione propria e altrui, e a decodificarli in parole.
Non si tratta di raccontare una storia, bensì di rappresentare la vita ordinaria di persone qualunque, in cui spesso non accade proprio nulla. Un nulla che non ha essenza, non ha barriere tangibili.
Eppure è una prigione ferrea dalla quale non si può sfuggire, né con il denaro, né con altri effimeri piaceri, poiché rappresenta lo scarto tra gli angusti limiti della propria dimensione fisica nel mondo e l’infinita grandezza del proprio IO interiore.
E così la noia, la mediocrità, l'indifferenza prendono il sopravvento e inaridiscono gli animi. Persino le esperienze più intense di amore e morte sono pesi opprimenti che si consumano in una lenta agonia.
Alla fine non resta davvero nulla da dire, sembra sentir sospirare il rassegnato Christophe.
Eppure Némirovsky dice, dice tanto, essendo riuscita a divenire, nell’arco della sua breve, drammatica, esistenza, una delle più belle voci della narrativa del Novecento.